Durante queste settimane di Olimpiadi estive di Parigi abbiamo già sentito suonare, cantare, urlare tanti inni nazionali di numerosi paesi. Questo mi ha portato a riflettere sul significato profondo che l’inno nazionale porta dentro di noi e come esso rappresenti la storia, lo spirito l’anima di una nazione.

Senza nessun pregiudizio o prevenzione e con opinioni personali ho messo a confronto nella mia testa degli inni che conosco bene.

Uno di questi è naturalmente quello italiano che insieme a quello francese richiama momenti storici particolari, il risorgimento e la rivoluzione del 1789. Sono inni di lotta, di resistenza, di sacrificio e di sangue. Non c’è molto spazio per sentimenti diversi.

L’enfasi dell’inno inglese è sulla monarchia che è la depositaria della protezione della nazione. Dal 1745 al maschile o al femminile eleva il re o la regina a difensore delle leggi e delle libertà del popolo.

Quello tedesco eliminate le prime due strofe con i toni militareschi del “Deutschland über alles” porta avanti ideali di convivenza e di lotta sociale nella terza strofa che ora è diventata l’inno nazionale.

Spero che alle Olimpiadi sentiremo spesso anche l’inno svedese “Du gamla, du fria” che deriva da una vecchia canzone popolare del 1844. Si tratta quindi di un inno nazionale non ufficiale ma poiché una canzone ufficiale non esiste questa ne ha assunto il carattere, anche in virtù di una circostanza particolare. Infatti, in occasione di una cena ufficiale all’Università di Lund nel 1893, sovrano di allora, re Oscar II, si alzò in piedi non appena venne intonata.

Così diverso dagli altri di cui ho scritto. Un’inno che rispecchia lo spirito svedese e non lascia spazio a lotte e sangue. Un inno che è legato alla natura ed alla bellezza del Nord per il quale si desidera morire non “per” il Nord, ma “nel” Nord. Un inno che enfatizza il silenzio e la libertà, le memorie del passato e la natura. La natura è un’elemento importante nella cultura svedese. È una religione in un paese fondamentalmente laico. La natura semplice con il cielo, i prati, le foreste, le isole e le stuga piccole e grandi. Non si guarda troppo alle comodità. Basta l’indispensabile. Importante è vivere nella natura, nel Nord. Qualcosa che non è facile assimilare subito. Infatti molti immigrati che non hanno contatti con persone della società svedese hanno difficoltà a concepire di vivere le vacanze nelle casette rosse nel silenzio in mezzo alla foresta o in riva ad un lago o al mare.

In definitiva è un’inno di fedeltà all’amata madre Svezia in cui ci si può ritrovare anche da non svedesi perché, al di fuori dei richiami nazionali, rispecchia molti ideali condivisibili.

Massimo Apolloni
BIld av Keith Johnston från Pixabay

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