Roma, 27 gen. (askanews) – In occasione del Giorno della Memoria, Alice nella città ha organizzato una proiezione speciale del film TV “La farfalla impazzita”, che racconta la storia straordinaria e toccante di Giulia Spizzichino, ebrea romana sopravvissuta alle atrocità naziste e protagonista di una coraggiosa battaglia per la giustizia. L’evento si è svolto al Cinema Adriano di Roma e ha coinvolto oltre 700 studenti delle scuole del Lazio in un momento di profonda riflessione e confronto sul valore della memoria.
Presenti all’incontro Fabia Bettini, co-direttrice di Alice nella città, il regista Kiko Rosati, l’attrice Elena Sofia Ricci, che ha interpretato con straordinaria intensità il ruolo di Giulia Spizzichino, il direttore di Rai Fiction Maria Pia Ammirati, Matteo Levi produttore di 11 Marzo Film, Alberto Negrin regista del documentario sul vero processo al criminale nazista Erich Priebke, Antonella Di Castro, Vice Presidente e Assessore alla cultura Comunità Ebraica di Roma, Marco Sbarrini, il vero figlio di Giulia Spizzichino, e Franca Spizzichino, la vera sorella di Giulia Spizzichino.
Il film, che andrà in onda su Raiuno il 29 gennaio in prima serata, ripercorre la vita di Giulia Spizzichino, segnata dal lutto e dal dolore per la deportazione e l’uccisione della sua famiglia durante la Shoah. Mezzo secolo dopo, la sua determinazione la porta a lottare per l’estradizione e la condanna di Erich Priebke, l’ufficiale nazista coinvolto nella strage delle Fosse Ardeatine.
Kiko Rosati, regista del film, ha raccontato l’intensità emotiva e la responsabilità di rappresentare una vicenda così profonda: “Avvicinarsi a una storia del genere significa muoversi su due piani: da un lato la ricostruzione storica, dall’altro la dimensione umana, quella più intima, che ci ha spinto a restituire il senso del dolore e del coraggio di Giulia”.
Elena Sofia Ricci, protagonista del film, ha sottolineato l’importanza di mantenere viva la memoria: “Giulia Spizzichino era il dolore incarnato, una donna congelata in una sofferenza che non l’ha mai abbandonata. Raccontare la sua storia significa ricordare le atrocità della Shoah e rinnovare l’impegno a non permettere che simili orrori si ripetano. È fondamentale che i giovani comprendano che la vita umana, indipendentemente da provenienza, religione o colore della pelle, è sacra. La memoria è un’arma potente contro la disumanizzazione e l’indifferenza”.
Marco Sbarrini, figlio di Giulia Spizzichino, ha raccontato l’emozione di vedere la storia di sua mamma portata sul grande schermo: “Vedere Elena interpretare mia madre è stato impressionante, perché Elena, anche negli audiovisivi finali, sembrava praticamente identica a lei. È fondamentale, per ognuno di voi, andare alle fonti, scavare, informarsi e vedere film o ricostruzioni storiche come questa per comprendere davvero cosa è accaduto nella storia ed evitare che simili tragedie si ripetano”.
“È la prima volta che si racconta un grande personaggio femminile in modo così realistico, mettendo in evidenza la sua forza – ha dichiarato Fabia Bettini -. Questa è una storia che parla di giustizia, ma soprattutto del coraggio di una donna che, pur di ottenerla, ha affrontato una violenza enorme, una violenza che non era solo fisica ma anche emotiva. Giulia Spizzichino – ha aggiunto Fabia Bettini -. non viveva realmente, ma sopravviveva, portando dentro di sé il peso di una ferita che non si rimarginava. La violenza che ha subito l’ha privata di tutto: dei suoi cari, dei suoi sentimenti, dei suoi sogni. È una violenza che svuota, che sottrae, che annulla tutto ciò che una persona ha dentro. Raccontare una donna come Giulia Spizzichino significa affrontare il dolore puro, il dolore incarnato, di una persona cristallizzata nel passato e segnata per sempre dalla perdita dei suoi familiari”.
L’iniziativa si inserisce nel programma del percorso “Scelte di classe” di Alice nella città, vincitore del bando nazionale di cinema per la scuola, per promuovere il dialogo tra cinema e società, sensibilizzando le nuove generazioni attraverso storie che stimolano il confronto e la riflessione.