Roma, 29 apr. (askanews) – I nuovi dazi commerciali annunciati dall’amministrazione Usa “hanno innescato una fase di notevole aumento dell’incertezza e tensione sui mercati finanziari”, portando a cali delle prospettive di crescita e aumenti dei rischi per la stabilità finanziaria. In questo quadro generale “il contesto macro finanziario italiano risulta stabile”, sebbene risenta come gli altri principali Paesi europei degli sviluppi, e i rischi per il sistema finanziario tricolore “restano comunque moderati”. I rischi sono limitati per le famiglie, mentre per le imprese potrebbero esserci ricadute sulla redditività, “soprattutto quelle che operano nei comparti più esposti alle tensioni commerciali”. È la fotografia scattata dalla Banca d’Italia nel suo ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria.
Bankitalia nota come negli Stati Uniti i titoli di Stato a lungo termine, che hanno inizialmente beneficiato di un aumento della domanda tipico delle situazioni di stress, “sono stati successivamente colpiti da forti vendite. Sebbene le tensioni si siano attenuate nelle settimane successive all’annuncio, i rischi per la stabilità finanziaria sono cresciuti”, si legge.
L’Italia ha risentito come altri Paesi della volatilità delle quotazioni azionarie e dei corsi delle obbligazioni private, “che hanno segnato pesanti ribassi”. Secondo Bankitalia sul mercato dei titoli di Stato “il differenziale di rendimento tra i titoli italiani a dieci anni e quelli tedeschi, pur registrando un incremento della volatilità, si è ridotto rispetto ai valori dello scorso autunno. Le condizioni di liquidità restano buone, nonostante una diminuzione delle negoziazioni in aprile”. In un contesto che si mantiene “complessivamente stabile – si legge – l’Italia ha continuato a trarre vantaggio dalle condizioni favorevoli del mercato del lavoro, da una bassa inflazione e dalla posizione creditrice netta sull’estero. Si tratta di alcuni dei fattori che hanno favorito il recente miglioramento della valutazione del merito di credito del Paese da parte di un’agenzia di rating”. Il riferimento è alla revisione al rialzo della valutazione sull’Italia da parte di S&P.
Nel frattempo “i prezzi delle abitazioni hanno continuato a crescere nella seconda metà del 2024, mentre quelli degli immobili commerciali si sono mantenuti invariati. “Nel complesso il comparto immobiliare non presenta rischi elevati per la stabilità finanziaria”, dice Bankitalia.
Secondo il Rapporto per le famiglie “i rischi rimangono limitati, anche grazie all’espansione della ricchezza finanziaria nel 2024 e all’ulteriore riduzione dell’indebitamento in rapporto al reddito disponibile. In prospettiva la situazione finanziaria potrebbe tuttavia risentire di un indebolimento della congiuntura”.
Per le imprese, invece “soprattutto quelle operanti nei comparti più esposti alle possibili ripercussioni delle tensioni commerciali, la redditività, già ridottasi nel 2024, potrebbe diminuire ancora. Nonostante il calo dei tassi di interesse e dell’indebitamento, la capacità delle aziende di rimborsare i debiti registra qualche segnale di peggioramento – si legge – in special modo nel settore delle costruzioni e, in misura minore, in quello industriale”.