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Chiesa, card. Ruini: più Europa per non far prevalere logica armi

Città del Vaticano, 10 mar. (askanews) – Occorre “investire nel cantiere dell’Europa” perché questa “non sia un insieme di Istituzioni lontane, ma sia figlia di una lunga storia comune, sia madre della speranza di un futuro umano, non rinunci mai a investire nel dialogo come metodo per risolvere i conflitti, per non lasciare che prevalga la logica delle armi, per non consentire che prenda piede la narrazione dell’inevitabilità della guerra, per aiutare i cristiani e i non-cristiani a mantenere vivo il desiderio di una convivenza pacifica, per offrire spazi di dialogo nella verità e nella carità”. A chiederlo è il Presidente della Cei, card. Matteo Zuppi nel suo discorso di introduzione ai lavori del Consiglio permanente, aperti oggi a Roma. Un discorso nel quale ha anche aggiunto di guardare “con interesse lo sforzo del Governo italiano nel suo intento di connettere la crescita di responsabilità europea al dialogo intra-occidentale per la ricerca di una pace giusta e duratura e l’indispensabile visione multilaterale nella soluzione dei conflitti”.

Zuppi ha poi spiegato che “oggi il male del nazionalismo veste nuovi panni, soffia in tante regioni, detta politiche, esalta parte dei popoli, indica nemici”, aggiungendo che “il suo demone non è amore per la patria, ma chiusura miope ed egoistica, che finisce per intossicare chi se ne rende protagonista e le relazioni con gli altri”. “Il nazionalismo – ha poi detto – è in contraddizione con il Vangelo. Per questo i Padri fondatori dell’Europa presero l’iniziativa dell’unificazione europea”.

E soltanto una Europa unita, secondo il porporato, soprattutto “nel grande confronto globale”, “può preservare l’umanesimo europeo. Diversi sono i modi di intenderlo, ma è la ricchezza dell’Europa, con la centralità della persona. Questo è un nodo centrale, – ha detto – nonostante visioni relativistiche e individualistiche vorrebbero far perdere la memoria del Vecchio Continente”.

“Abbiamo una ricchezza di visioni, maturata negli anni, che sono fonti di speranza. – ha quindi concluso Zuppi – La via della pace è sempre quella del dialogo, che oggi assume anche i connotati del multilateralismo. L’indebolimento delle strutture internazionali diventerà presto per tutti causa di maggiore incertezza e non certo di maggiore sicurezza. Senza luoghi in cui dialogare in modo sincero e costruttivo, le singole posizioni si irrigidiscono e tendono ad imporsi con la violenza”.