Bruxelles, 12 mar. (askanews) – Sia i partiti italiani della maggioranza di governo che quelli dell’opposizione si sono divisi al loro interno frantumandosi, nel voto dell’Europarlamento non vincolante sulla risoluzione a favore in futuro di una difesa europea.
Nel testo, che costituisce un contributo al cosiddetto “libro bianco” sulla difesa Ue, che la Commissione e l’Alta Rappresentante per la Politica estera comune dovrebbero presentare la prossima settimana, il Parlamento europeo chiede misure concrete per avviare “sforzi realmente innovativi” e azioni “simili a quelle utilizzate in tempo di guerra” per garantire la sicurezza dell’Unione.
La risoluzione, adottata dalla plenaria con 419 voti a favore, 204 contrari e 46 astensioni, giudica favorevolmente il piano “ReArm Europe”, che la Commissione ha già annunciato a grandi linee (ma che non è ancora stato presentato formalmente con tutti i dettagli). In più, a integrazione di “ReArm Europe”, il Parlamento europeo chiede di verificare la possibilità di introdurre un sistema di obbligazioni europee per finanziare investimenti nell’industria della difesa su larga scala, e di fare ricorso ai “coronabond” inutilizzati, ovvero le emissioni di debito previste dal piano di rilancio post pandemico “NextGenerationEU” per essere destinate a prestiti agli Stati membri, che però in parte non sono stati richiesti. Inoltre, nel testo adottato si invita la Banca europea per gli investimenti (Bei) a investire più attivamente nell’industria europea della difesa, abolendo le restrizioni esistenti per questo tipo di finanziamenti.
Nel voto sul testo finale della risoluzione si sono espressi a favore massicciamente tutti i deputati presenti di Fdi (22 su 24), appartenenti al gruppo dei Conservatori (Ecr), che invece si è spaccato in tre, con metà dei suoi membri favorevoli e l’altra metà contraria o astenuta. Tutti favorevoli anche gli eurodeputati italiani presenti del Ppe (otto su nove, sette di Fi e uno della Svp), mentre quelli della Lega (presenti sette su otto) hanno votato tutti contro, insieme a tutto il loro gruppo, i “Patrioti per l’Europa”. Tra i partiti dell’opposizione, il Pd si è spaccato esattamente a metà fra sì e astensioni: 10 i favorevoli e 11 gli astenuti. Bonaccini, Decaro, Giorgio Gori, Gualmini, Lupo, Maran, Moretti, Picierno, Tinagli e Topo hanno votato a favore. Si sono astenuti invece Benifei, Corrado, Laureti, Nardella, Ricci, Ruotolo, Strada, Tarquinio, Zan, il capo delegazione Zingaretti e anche Lucia Annunziata, che si era espressa inizialmente a favore e ha corretto poi il suo voto in astensione. Di contro hanno detto no i suoi compagni di campo largo Cinque Stelle e Alleanza Verdi Sinistre. Senza sorprese, nel gruppo della Sinistra, è arrivato il voto contrario del M5S (otto su otto) e di Mimmo Lucano di Avs (era assente Ilaria Salis). Tra i Verdi -che come gruppo europeo si sono spaccati tra una forte maggioranza favorevole, otto astenuti e tre contrari- i quattro italiani hanno tutti votato no:Guarda, Marino, Orlando e Scuderi. Nella risoluzione si afferma che l’Europa sta affrontando “la più profonda minaccia militare alla sua integrità territoriale dalla fine della guerra fredda” e si invitano i paesi Ue, i partner internazionali e gli alleati della Nato a rimuovere tutte le restrizioni sull’uso dei sistemi d’arma occidentali forniti all’Ucraina contro obiettivi militari sul territorio russo. Il Parlamento europeo chiede anche di rafforzare le relazioni con i paesi “like minded”, ovvero che condividono gli stessi principi dei paesi Ue.
La Russia, sostenuta dai suoi alleati Bielorussia, Cina, Corea del Nord e Iran, rappresenta “la minaccia diretta e indiretta più significativa per l’UE e la sua sicurezza”, si afferma nel testo. Gli eurodeputati sottolineano come le recenti dichiarazioni e azioni dell’amministrazione Trump abbiano aumentato le preoccupazioni sul futuro atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti della Russia, della Nato e della sicurezza europea. Inoltre, il Parlamento europeo condanna fermamente le minacce degli Stati Uniti nei confronti della Groenlandia.
Alla luce di questo scenario, il Parlamento europeo evidenzia che gli sforzi di difesa dell’Ue “non possono rimanere di dimensioni limitate, frammentati in termini di portata e lenti nei risultati”. I deputati chiedono quindi maggiori sforzi non solo nel settore militare, ma anche in quello industriale, tecnologico e dell’intelligence.
Il testo sottolinea che l’Ue deve essere in grado di muoversi e prendere decisioni molto più rapidamente in caso di guerra o di altre crisi di sicurezza su larga scala. Pur evidenziando l’importanza della cooperazione tra Ue e Nato, gli eurodeputati chiedono lo sviluppo di un pilastro europeo pienamente operativo all’interno della Nato, capace di agire autonomamente quando necessario. Gli eurodeputati ritengono che l’Ue debba definire una visione unitaria e chiara per l’industria della difesa europea, basata nel lungo termine sulla cosiddetta “preferenza europea”, senza tuttavia che tale preferenza pregiudichi la prontezza alla difesa dell’Unione. La risoluzione insiste anche sulla necessità di semplificare il processo decisionale, e chiede che si passi dall’unanimità alla maggioranza qualificata per le decisioni dell’Ue nel settore della Difesa, ad eccezione delle operazioni militari con mandato esecutivo (per questo sarebbe necessaria, comunque, una modifica dei Trattati Ue).
Il Parlamento avverte infine che, senza un aumento sostanziale degli investimenti, gli obiettivi di sicurezza e difesa dell’Ue non potranno essere raggiunti, sia per quanto riguarda il supporto militare all’Ucraina, sia per il miglioramento della sicurezza comune europea.