Roma, 23 apr. (askanews) – Già prima dei recenti deterioramenti delle prospettive economiche, molti paesi stavano in affanno tra margini di bilancio limitati e aumenti degli indebitamenti pubblici. Ora “il quadro si sta ulteriormente complicando” per la gestione dei conti, a causa dell’aumento delle incertezze sulle politiche commerciali e sull’economia in generale, con l’aumento dei tassi in diverse economie chiave e l’allargamento dei differenziali sui tassi per i mercati emergenti, che si combinano con, in particolare in Europa, accresciuti obiettivi di spesa in armamenti e difesa. Lo rileva il Fondo monetario internazionale nel Fiscal Monitor, il rapporto semestrale sui conti pubblici che viene pubblicato in occasione delle assemblee primaverili a Washington.
“In questo contesto volatile, i Paesi devono innanzitutto mettere ordine a casa loro. Un graduale aggiustamento dei conti con un quadro credibile sul medio termine – afferma il Fmi – è cruciale per la maggior parte dei Paesi allo scopo di ridurre l’indebitamento, ripristinare margini di bilancio per fronteggiare le incertezze, risistemare le priorità di spesa e migliorare le prospettive di crescita sul lungo termine”.
Lo studio ripropone le previsioni sui conti pubblici che erano state aggiornate già ieri in occasione della pubblicazione delle tabelle previsionali del World economic Outlook. Per l’Italia il Fmi prevede che quest’anno il rapporto deficit/Pil cali al 3,3%, dal 3,4% del 2024, e poi che scenda ulteriormente al 2,8% nel 2026, sotto quindi la soglia del 3% stabilita dal Patto di stabilità e di crescita. Per il 2027 è prevista una ulteriore riduzione al 2,6% e per il 2028 al 2,4%, mentre sul 2029 è attesa una risalita al 2,5%, restando a quel valore nel 2030.
Sempre secondo il Fmi, il rapporto tra debito pubblico e Pil dell’Italia salirebbe quest’anno al 137,3%, dal 135,3% del 2024, e poi al 138,5% nel 2026 al 138,6% nel 2027, per poi tornare a limarsi al 138,1% nel 2028 e al 137,7% nel 2029 137,7% del 2030.