Scultore, ritrattista. Vive una prima infanzia poverissima, ma una volta trasferitosi da Biella a Piacenza con sua madre, dato il suo talento innato di modellatore, viene preso subito in considerazione da personaggi di spicco della città. Per cui a soli undici anni gli si presenta l’opportunità di intraprendere gli studi d’Arte e di Scultura con i Maestri Scultori-Intagliatori Gaetano Guglielmetti e Bernardino Pollinari, due tra i più illustri insegnanti presso l’Istituto d’Arte “Felice Gazzola” di Piacenza. In questa città inizia, nel contempo, ad operare come artista, con una propria bottega, per cui esegue il meraviglioso Busto-Ritratto del Vescovo di Piacenza Monsignor Giovan Battista Scalabrini fondatore della Congregazione dei “Missionari di San Carlo Borromeo”, che verrà beatificato da Papa Giovanni Paolo II il 9 novembre del 1997. Quest’opera oggi è conservata presso l’Istituto “Cristoforo Colombo” di Piacenza.
Poi, però, si trasferisce a Milano per perfezionarsi e per seguire il Maestro Scultore in legno Riccardo Ripamonti, famoso personaggio costantemente presente con le sue opere, alle mostre annuali milanesi di Brera, alla Permanente, all’Esposizione Internazionale, alle Triennali, all’Esposizione Italiana, all’Esposizione di Belle Arti di Roma, a Torino, a Londra.
Nel 1897 Moretti giunge in Svezia e l’anno successivo, ventottenne, sposa Martha Moretti. Nei primi anni del Novecento, però, decide d’andar a vivere, insieme a sua moglie, in Norvegia. Nel 1910 è a Rörstrandsgatan in Stoccolma, dove, in un seminterrato, allestisce il suo studio da scultore. Affermatosi nella sua professione, l’anno successivo decide, allora, di stabilirsi – anche se non in pianta stabile – in Svezia. Quindi, Giuseppe Alessandro Moretti inizia a viaggiare per lavoro a Vienna, a Berlino, in Spagna e in Inghilterra. Durante la seconda Guerra Mondiale, sceglie, però, di fermarsi stabilmente in Svezia. Così raggiunge la città di Borås situata nel sud-ovest del paese, nella Contea di Västra Götaland nella Provincia di Västergötland. Qui inizia a lavorare con successo, specializzandosi in sculture di ritratti di personaggi noti, finanche di principi e di sovrani; per cui esegue i busti-ritratti di Hermann Balck, di Manne Siegbahn, di Erling Eidem, di Selma Lagerlöf.
Particolarmente apprezzate, comunque, saranno le seguenti sue opere: “Busto di Sua Santità Pio X”; “Busto di Gustavo V Re di Svezia e di Norvegia”; “Busto di Peter Adolf Hall” in argilla incombusta del 1940, oggi esposto presso il Borås Art Museum; ma anche il “Busto di Uomo” in creta del 1911; il “Busto di Madonna con Bambino”, in ceramica del 1924; il “Ritratto di Otto Meyers Eftr”, bassorilievo del 1930; i “Due Busti”, in terracotta del 1946; il “Busto di Depicting Carl Michael Bellman” in terracotta e gesso del 1938; il “Busto di Harry Kalling Segretario della Royal Army Administration Svedese” in argilla incombusta del 1930; la “Mangiatoia” in argilla del 1920; i “Busti di Bror Holmberg Professore di Chimica presso l’Istituto Reale di Tecnologia, ovvero presso Kungliga Tekniska Högskolan – KTH – di Stoccolma, di sua moglie Anna Holmberg e delle loro due figlie.” in argilla incombusta del 1933; il “Busto di Don Quixote” in bronzo del 1895, lavoro realizzato presso la Fonderia d’Arte di Otto Meyer a Västmannagatan in Stoccolma, di cui il Moretti sarà cliente per parecchi anni.
Altre sue opere vengono accolte, oltre che nel Museo di Borås, anche nel Museo Nazionale a Blasieholmen in Stoccolma, uno tra i Musei d’Arte più antichi d’Europa, sorto come Museo Reale, voluto da Re Gustavo III, risalente all’anno 1792.
Dopo aver vissuto a Borås, nella Svezia di sud-ovest e quindi verso le coste sul Mar del Nord, si trasferisce a Norrköping, questa volta a sud-est sulle coste del Mar Baltico, nel Golfo di Bråviken in corrispondenza della Foce del Fiume Motala Ström, emissario principale del Lago Vättern.
Vivrà, però, gli ultimi anni della sua vita a Stoccolma, beneficiando di una buona pensione concessagli dal Re Gustavo V e confermatagli dal Re Gustavo VI Adolfo di Svezia. Muore all’età di ottanta-tre anni nella capitale svedese e qui viene sepolto.
Curiosità: Dal 16 dicembre 2013 fino al 19 gennaio 2014, la Galleria ‘Biffi Arte’ di Piacenza ha ospitato presso il Palazzo Marazzani Visconti, in seno alla straordinaria rassegna dal titolo “Un lungo viaggio, dalla creazione dell’uomo all’uomo che crea con la terra”, una sua mostra sul tema del viaggio, intitolata “Saluti dal Moretti – Uno scultore italiano a Stoccolma”. Il recupero della sua fitta corrispondenza con Agostino Dodi, un suo ammiratore piacentino, ha così permesso alla galleria di esporre numerose immagini dell’artista, delle sue opere, del suo ambiente di vita e di lavoro. Questa esposizione, insomma, ha riportato alla luce, con professionalità e con delicatezza, un talento non comune, che la stampa della sua epoca definiva con orgoglio “Ritrattista di Principi e di Re”. In queste sue lettere si leggono pensieri e considerazioni, come quando confessa da Norrköping: “Devo star qui un paio di giorni … ci sono da un mese e ci ho fatto una ventina di busti!”, oppure come quando dichiara da Borås: “Qui piove ogni giorno a dirotto ed il cielo è nero come la disperazione! Sono qui, solo, oggi, domenica, nella mia camera d’albergo, linda … e desolata, e penso – da matto – che stavo meglio quando… a Piacenza… stavo peggio!” […] “Qui a Borås ho fatto 44 busti!”
Dal libro di Gunnel Westerström, dal titolo “Moretti”, pubblicato nel 1990 in versione svedese e italiana, si legge a pag. 6: “Moretti torna, con sua moglie, a Stoccolma nel 1909 per partecipare all’Esposizione. L’8 giugno annuncia sulla stampa quotidiana il suo arrivo su Pilestredet 39 I. Vi abitano per un anno, dopodiché si dice ancora che siano tornati in Italia […] Il 30 maggio 1911 Moretti arriva con sua moglie da Firenze a Stoccolma. Vivono su Biblioteksgatan 6-8. La durata della loro permanenza non è documentata, ma nell’autunno dello stesso anno Moretti torna a Stoccolma e soggiorna all’Hotel Continental […] Dal 1912, è residente a Rörstrandsgatan 56 A, con la professione di scultore”.
Circa la sua calligrafia, infine, c’è da dire che, malgrado non tutti convengano che la scrittura sia specchio dell’anima e della personalità di un individuo, Jakob Shalmaneser, curatore della mostra di Piacenza, nella pubblicazione “Memorie scandinave di uno scultore”, edita da Biffi Arte nel 2014, ha invece dichiarato con la massima convinzione e tranquillità: “La calligrafia del Moretti si serve del pennino a volte come di una sciabola che fenda l’aria a ribadire la sicurezza di un pensiero, a volte come di un pennello che cerchi di acquerellare la cartolina per rendere l’ondeggiare del destino individuale”.
Alberto Macchi
Foto di1Mikael Ejdemyr – propria opera, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=18365823
Fonti: Silvano Console, Alessandro Moretti: uno scultore italiano a Stoccolma, Articolo su “Il Lavoratore”, Stockholm 11/1/2014 – Memorie scandinave di uno scultore, Biffi Arte, Piacenza 2014 – Lessico dell’artista svedese, Allhems Förlag Malmö, parte IV pagina 147 – Artisti svedesi, Manuale biografico, Casa Editrice Väbo, 1987; Ämne: Vem? Bronsbyst av mustachprydd man – Moretti 1925, Herman Bergman FUD, Precis en Sän – Forum, Ämnesverktyg, 2013-03-05 – http://precisensan.com/antikforum/showthread.php?37387-Vem-Bronsbyst-av-mustachprydd-man-Moretti-1925-Herman-Bergman-FUD; Gunnel Westerström, Moretti: en italienare i Sverige, 1990