Roma, 28 apr. (askanews) – Il 29 aprile si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale della Danza, istituita dall’UNESCO per valorizzare una delle forme artistiche più antiche, potenti e universali. In questa occasione, vale la pena soffermarsi non solo sulla bellezza estetica del gesto danzato, ma anche sul suo valore educativo, sociale e trasformativo, in particolare per le nuove generazioni.La danza, infatti, è molto più di una disciplina artistica: è un linguaggio del corpo che permette di esplorare emozioni, di comunicare in profondità e di costruire una relazione autentica con sé stessi e con gli altri. È uno spazio simbolico dove trovano voce anche quei vissuti che spesso non riescono a esprimersi con le parole.
Proprio per questo, la danza può diventare uno strumento potente per affrontare temi sociali complessi, stimolare il dialogo e promuovere consapevolezza. Tra questi, anche la violenza di genere: attraverso il movimento si può dare voce a un problema ancora troppo ignorato, rompere il silenzio è contribuire a un cambiamento culturale. È ciò che ha scelto di fare lo scrittore Alessandro Cardente con la coreografia di danza Violento Mai!, ideata dal coreografo internazionale Joseph Fontano. Numerosi studi internazionali confermano questa funzione. Una ricerca pubblicata sul Journal of Youth and Adolescence evidenzia come le attività artistiche, e in particolare la danza, favoriscano nei giovani la regolazione emotiva, l’empatia e l’autostima. In Italia, secondo recenti dati ISTAT e Save The Children, oltre il 40% degli adolescenti riconosce l’importanza di disporre di spazi creativi per affrontare in modo consapevole tematiche sociali complesse.
Nel nostro contesto attuale, segnato da crisi relazionali, disorientamento emotivo e crescenti segnali di disagio tra i più giovani, la danza può rappresentare una risorsa concreta per l’educazione e l’emancipazione individuale. Promuovere l’arte nelle scuole, nei centri culturali e negli spazi pubblici significa investire in cittadinanza attiva, prevenzione del disagio e costruzione di una cultura basata sul rispetto, sull’ascolto e sulla cura.
La danza può e deve assumere un ruolo attivo nella costruzione di una società più consapevole: “Ogni coreografia può diventare un atto sociale, un gesto che crea connessioni e genera consapevolezza. La danza ha la responsabilità di agire, di raccontare, di scuotere le coscienze. Non è solo espressione estetica: è uno strumento etico e politico, soprattutto se messo al servizio delle nuove generazioni”. ha dichiarato il coreografo di fama internazionale e presidente del World Alliance Dance Europe Joseph Fontano.
Proprio per questo, il 26 e 27 aprile presso la Sala Teatro della WDA Europe, si sono tenute due giornate di spettacolo per celebrare la Giornata Internazionale della Danza, promosse dall’Associazione World Dance Alliance. L’evento ha visto la partecipazione di danzatori, studenti, insegnanti e coreografi provenienti da tutta Italia, uniti nel dare voce – attraverso il linguaggio del corpo – a temi urgenti e condivisi.
In questa occasione, la manifestazione è stata dedicata alla lotta contro ogni forma di violenza, con particolare attenzione alla violenza di genere. In programma, numerose coreografie originali e, tra queste, la replica di Violento Mai!, già presentata lo scorso 11 aprile in occasione della presentazione del libro Oltre il MasKio di Alessandro Cardente (edito da Koiné Nuove Edizioni). Un momento significativo che rinnova l’impegno della danza come spazio di consapevolezza, denuncia e trasformazione sociale.
“La danza è potente perché arriva dove le parole si fermano”, spiega Cardente. “Educare attraverso il movimento significa offrire ai ragazzi uno strumento per esprimersi, per conoscersi e per comprendere gli altri”.