Il 2021 è iniziato in Italia in maniera decisamente inaspettata. Il 13 gennaio Italia Viva, uno dei partiti che sosteneva il governo Conte II, ha ritirato i suoi ministri dal governo iniziando così una crisi che si è conclusa il 13 febbraio, quando a giurare come Presidente del Consiglio dei Ministri davanti a Mattarella è stato Mario Draghi.
Draghi è stato chiamato dal Presidente della Repubblica dopo una serie di rapide consultazioni tra i partiti, che non hanno però portato a soluzioni alternative praticabili. In un discorso alla nazione, Mattarella è stato molto chiaro nel dire che, a causa della pandemia e per la necessità di elaborare rapidamente un documento di pianificazione economica legato al Next Generation EU, indire elezioni anticipate sarebbe stato troppo rischioso per la salute e per la stabilità economica del Paese. La decisione di Mattarella ha ricevuto un largo consenso politico e ha fatto sí che a votare la fiducia al governo Draghi ci sia stato un ampio ventaglio di “forze” politiche, sostanzialmente tutti gli schieramenti attualmente presenti in Parlamento ad eccezione di Fratelli d’Italia e Sinistra Italiana.
Mario Draghi è una delle personalità italiane che gode di maggiore stima e fiducia a livello internazionale. È nato a Roma nel 1947, si è laureato in economia alla Sapienza con Federico Caffè (un noto economista italiano di scuola Keynesiana) e ha poi conseguito un dottorato di ricerca al prestigioso MIT di Boston sotto la supervisione di Franco Modigliani e Robert Solow (entrambi premi Nobel per l’economia). La carriera di Draghi è davvero notevole. Ha occupato posizioni di rilievo nelle principali istituzioni economico-finanziarie, in Italia e all’estero. L’ultima, come Presidente della Banca Centrale Europea, lo ha caratterizzato come il “salvatore” dell’eurozona durante la crisi del debito degli stati europei: “…faremo tutto il necessario per salvare l’euro. E credetemi, sarà sufficiente”. Così si espresse in una famosa dichiarazione nel 2012, che contribuì a ridare fiducia nelle istituzioni europee e ad impedire la bancarotta dei paesi più esposti a causa dell’alto debito pubblico.
Tornando ai nostri giorni, probabilmente Mattarella ha visto in Draghi l’uomo delle Istituzioni che meglio possa servire il Paese in questo momento critico, ottenendo anche la fiducia immediata dei principali attori politici ed economici internazionali.
Nel suo discorso di insediamento alle Camere Draghi ha fatto chiaro il suo obiettivo prioritario: “Il principale dovere cui siamo chiamati, tutti, io per primo come Presidente del Consiglio, è di combattere con ogni mezzo la pandemia e di salvaguardare le vite dei nostri concittadini”. Concretamente, quest’anno, questo significherà realizzare in maniera rapida ed efficace la campagna di vaccinazione. Il secondo punto su cui è chiamato ad intervenire è la pianificazione rispetto al Next Generation EU, una montagna di soldi provenienti dall’Unione Europea (si parla di quasi 200 miliardi di euro, ottenuti per la prima volta facendo del debito comune) per finanziare la “Nuova Ricostruzione” -come Draghi l’ha definita- del nostro Paese. Queste risorse dovranno essere impiegate per avviare la transizione ecologica della nostra economia e la sua digitalizzazione. Si tratta insomma di consentire all’Italia di poter essere una delle economia più sviluppate del prossimo futuro.
Per realizzare questi obiettivi Draghi ha formato un governo con una buona componente di ministri indipendenti e chiare capacità tecniche (8 in totale), e una quindicina di ministri di provenienza politica equamente distribuiti in base al peso delle rispettive forze nel Parlamento.
Difficilmente questo Governo riuscirà a realizzare tutti gli obiettivi che si è posto, ma è sicuramente nell’interesse di tutti che abbia quanto più successo possibile. È inoltre importante che, mentre il Governo svolgerà il suo lavoro, gli italiani riacquistino fiducia nelle Istituzioni e nella capacità delle forze politiche di rinnovarsi e di lavorare per il bene comune.
Silvano Garnerone
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