Dicono ci sia sempre una prima volta, ebbene, eccomi qui, al mio primo Natale svedese. Non posso negarlo, le candele e le stelle che si mostrano attraverso le grandi vetrate affacciate sulle strade di Stoccolma fanno brillare gli occhi e tornare un po’ piccini. D’altra parte, però, si avvicina un Natale lontano da amici, famiglia e… casa.
Per quanto ammaliante sia questa città, non posso che ammettere che porti con sé delle dure verità che mettono in difficoltà anche il meno freddoloso fra gli italiani. La neve, il freddo… il buio! Per quanto (e lo dicono gli stessi svedesi!), ci si possa abituare al freddo stoccolmico, le poche ore di luce possono avere un effetto non poco rilevante sulla produttività e l’umore di chi non ci è nato, soprattutto in un periodo dove il calore e l’affetto familiare vengono a mancare di più.
Sì, ci sono infiniti motivi per cui potrei stare qui a lamentarmi, eppure, da quanto mi è noto, gli italiani non sono esattamente il popolo conosciuto per passare le festività da soli accompagnati da un leggero brodino vegetale e poi dritti a nanna… Potremo anche essere tristi, al freddo e al buio… ma il cenone non si salta! Questa cosa, sarò onesta, mi fa particolarmente sorridere. Mi sono trasferita a Stoccolma a gennaio, diciamo un po’ per caso e, da quel momento, ho fatto ritorno in Italia solo per l’estate. Eppure, posso garantirlo, non è mancato momento in cui non celebrassi le festività di entrambe le nazioni! (Perché le cose, o si fanno in grande o non si fanno!, no?)
Traferendosi all’estero, matura col tempo la consapevolezza circa l’impossibilità di prendere il primo volo possibile e partire, che sia per studio, per lavoro o qualsiasi altra ragione, purtroppo a volte, la vita ci indirizza più o meno volontariamente verso una scelta, che non si può che accettare. E allora bisogna reinventarsi. Che sia con il pacco da giù, o che sia, acquistando dei, così definiti, italienska produkter, Natale si farà! E quindi via con la check list: albero di Natale, fatto! (rigorosamente l’otto dicembre); luci, messe (con stelle e candele incluse, per la stessa ragione di cui sopra); presepe… piccolino, ma c’è! Quindi…, ci siamo?
Assolutamente no! Manca la parte più importante, no Maria Giovanna, non mi riferisco ai regali, ma a riempire la casa di cari e una grande cena assieme! Perché, se le feste stanno diventando sempre più un momento dove il consumismo brulica a destra e a manca, stando all’estero, la mancanza di casa si sente un po’ di più, e forse, si torna effettivamente ad apprezzare il cuore di questo momento, un po’ perso nel tempo. Così ho cominciato, ho buttato giù una lista di persone con cui vorrei passare questo Natale internazionale, ho invitato tutti gli amici più cari qui a Stoccolma e passeremo il 24 da me.
Penso che, uno dei lati più belli di studiare all’estero sia la possibilità di conoscere moltissime persone da tutto il mondo, avendo modo di abbracciare culture e tradizioni nuove. Ma soprattutto, ad essere onesta, di capire che non siamo soli, ma piuttosto, che a ognuno di noi in questi giorni casa mancherà più del solito e che, passandolo assieme, non si possa che arricchire il cuore di gioia. Quanti saremo? Ancora non lo so! Ma ciò di cui sono sicura è che ognuno, se vorrà, potrà portare un piatto tipico che gli ricorda casa e passeremo un Natale, diverso, un po’ al buio, ma pieno di candele, stelle natalizie, canzoni da cantare a squarciagola…e panettone a non finire!
Camilla Cosi
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