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Italia-Cina, amb. Ambrosetti: comunità italiana radicata e dinamica

Roma, 18 feb. (askanews) – Una realtà ‘ben radicata, dinamica e composita’; una presenza ‘qualificata e diversificata’ quella della collettività italiana in Cina, con oltre 8mila residenti stabili. Relazioni ‘con le Istituzioni cinesi eccellenti’ con il 2025 che segna un anno di ‘particolare rilevanza per le relazioni tra Italia e Cina’, poiché ‘si celebra il 55esimo anniversario dei rapporti diplomatici tra i due Paesi’. ‘Questo importante traguardo testimonia la solidità dei legami tra i due Paesi e la profondità del continuo dialogo tra i nostri popoli che sono eredi di due antiche civiltà’. Lo ha detto ad askanews l’ambasciatore d’Italia nella Repubblica Popolare Cinese, S.E. Massimo Ambrosetti.

Ambasciatore, che realtà vive la comunità italiana nella Repubblica popolare cinese?

La collettività italiana in Cina conta più di 8.000 residenti stabili, per lo più distribuiti nelle aree meridionali della Cina, tra Hong Kong, la municipalità di Shanghai e le province circostanti. Si tratta di una comunità di dimensioni relativamente contenute, ma ben radicata, estremamente dinamica e composita. La presenza stabile di italiani in Cina è costantemente aumentata nel decennio precedente la pandemia, raggiungendo alla fine del 2019 i 10.800 iscritti AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero). Le limitazioni del periodo pandemico e l’aumento del costo della vita hanno portato a una contrazione dei connazionali residenti. La riapertura del Paese e l’esenzione del visto per i viaggi di breve periodo a favore dei cittadini italiani decisa dalle Autorità cinesi stanno facendo registrare una ripresa sia delle iscrizioni AIRE, sia delle presenze temporanee da parte di uomini di affari, studenti e turisti. Sebbene i numeri non siano tornati ai livelli pre-pandemia, oggi la presenza italiana in Cina è decisamente qualificata e diversificata. La comunità, infatti, è composta prevalentemente da rappresentanti di società, imprenditori e operatori commerciali con i relativi familiari, ma non mancano studenti, ricercatori, esponenti del mondo accademico e della società civile. Va poi sottolineato che è presente in Cina l’ONG italiana Organismo di Volontariato per la Cooperazione Internazionale (OVCI) con sede a Pechino e operativa su tutto il territorio cinese dal 1996. L’ONG – una delle poche autorizzate da parte cinese – si occupa in particolare di minori con disabilità attraverso attività di formazione, riabilitazione e integrazione sociale, in stretto raccordo con la China Disabled Persons’ Federation.

Che tipo di rapporti ha instaurato con le Istituzioni locali?

Le relazioni con le Istituzioni cinesi sono eccellenti, come è emerso anche in occasione delle numerose visite politico-istituzionali che hanno avuto luogo in Cina lo scorso anno – tra cui in particolare quelle del Presidente della Repubblica e del Presidente del Consiglio – che si sono svolte con la piena e fattiva collaborazione delle diverse Autorità locali coinvolte, sia nella capitale Pechino che a Shanghai, Canton e in tutti gli altri luoghi visitati. La proiezione del nostro Sistema Paese è sostenuta non solo dall’Ambasciata, ma anche dai Consolati Generali dipendenti e dalle istituzioni ed enti associativi, in particolare ICE Agenzia, SACE e la Camera di Commercio italiana, presente nel Paese. L’attenzione per le realtà locali di questo vastissimo Paese-Continente costituisce del resto uno dei principali obiettivi che mi sono dato tornando in Cina come Ambasciatore, dopo essere stato in servizio a Pechino come giovane funzionario diplomatico nei primi anni della mia carriera. Dal mio arrivo nel maggio 2023, ho svolto numerose missioni fuori Pechino: sia in città, dove è più forte la presenza italiana (da Shanghai a Suzhou, da Canton a Shenzhen, da Chongqing a Chengdu, senza dimenticare peraltro Hong Kong e Macao), sia in altre realtà ricche di opportunità di collaborazione in diversi ambiti (dallo Shandong allo Jianxi, dal Sichuan al Qinghai, dal Jiangsu allo Zhejiang).

Può annunciarci se ci sono eventi e incontri nel 2025 su cui sta lavorando?

Il 2025 segna un anno di particolare rilevanza per le relazioni tra Italia e Cina, poiché si celebra il 55° anniversario dei rapporti diplomatici tra i due Paesi. Questo importante traguardo testimonia la solidità dei legami tra i due Paesi e la profondità del continuo dialogo tra i nostri popoli che sono eredi di due antiche civiltà. Oltre agli scambi a livello politico ed economico, con riunioni dei principali meccanismi di collaborazione bilaterale che si riuniranno in Italia e in Cina, fra le molte iniziative sul piano culturale vorrei ricordare che, per celebrare questo importante anniversario, stiamo organizzando per la seconda metà del 2025 – in collaborazione con prestigiose istituzioni italiane (Fondazione Treccani, Politecnico di Torino e Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio) e la Tsinghua University di Pechino – la prima mostra in Cina su Andrea Palladio, il più grande genio dell’architettura occidentale la cui lezione vogliamo valorizzare presso il pubblico cinese. È un progetto che permetterà di far conoscere un territorio di straordinario interesse: il Triveneto, ed in particolare Vicenza, che – assieme ad altri siti regionali – è inclusa nella lista dei beni Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO.

Il nostro è un notiziario rivolto agli italiani all’estero. A che temi possono essere interessati gli italiani nel Paese?

Proprio perché la collettività italiana è dinamica e composita, sono molteplici e variegati i temi e gli ambiti di potenziale interesse per i nostri connazionali nel Paese. Oltre a voler mantenere i contatti con l’attualità italiana politica ed economica, gli italiani presenti in Cina – sia stabilmente che temporaneamente – sono senza dubbio interessati alle iniziative culturali proposte sul nostro territorio. Sono infatti occasioni per celebrare e riconoscersi, anche a migliaia di chilometri da casa, nella tradizione culturale italiana, per il tramite di mostre, concerti, e rassegne cinematografiche. Penso per esempio al grande successo riscontrato dalla mostra ‘Viaggio di Conoscenze. Il Milione di Marco Polo e la sua eredità tra Oriente ed Occidente’, allestita dal designer italiano Aldo Cibic, presso il World Art Museum di Pechino, inaugurata dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in occasione della sua recente visita, insieme al Ministro cinese della Cultura e del Turismo Sun Yeli. Gli italiani in Cina sono sicuramente attenti a intercettare e conoscere iniziative di questo tipo. Riscontriamo poi un crescente interesse per le opportunità di collaborazione in ambito accademico, che contribuiscono a rafforzare i legami culturali e scientifici tra il nostro Paese e la Cina. È forte il desiderio di intensificare i partenariati tra le università italiane e cinesi, anche attraverso programmi di scambio, ricerca congiunta e corsi di lingua e cultura. L’attenzione crescente per questo tipo di collaborazione rappresenta un’importante opportunità per consolidare e ampliare la presenza italiana in Cina, non solo sul piano culturale, ma anche nel campo della ricerca e dell’istruzione.

La comunità italiana è una risorsa preziosa anche a livello economico per la Cina. Quanto sono importanti le relazioni con le imprese italiane?

La nostra comunità imprenditoriale in Cina, con oltre 1600 aziende direttamente o indirettamente partecipate da imprese italiane, costituisce senz’altro una risorsa preziosa per questo Paese, sia in virtù del notevole contributo che le nostre aziende hanno apportato in questi decenni in tutti i settori economici, dal manufatturiero ai servizi, in termini di qualità del prodotto, innovazione tecnologica e produttività, che anche sul piano occupazionale e del trasferimento di conoscenze e buone pratiche. Allo stesso tempo, la Cina, seconda economia del mondo con una classe medio-alta in espansione ed ecosistemi industriali e innovativi altamente sviluppati, continua ad offrire opportunità per il mondo economico italiano, pur a fronte di un quadro attualmente caratterizzato da livelli di crescita economica, domanda e indici di fiducia in calo a fronte di una crescente competitività delle aziende cinesi e di un contesto di crescenti incertezza e complessità geopolitiche su scala mondiale. A livello istituzionale, continuiamo a lavorare per un ribilanciamento dei rapporti economici e dei flussi d’investimento attraverso un maggiore accesso al mercato cinese, una genuina parità di condizioni e trattamento per le nostre imprese, una miglior tutela della proprietà intellettuale per i nostri prodotti e investimenti. Tengo a sottolineare che dai recenti incontri politici bilaterali di alto livello, inclusi quelli avvenuti in occasione delle visite in Cina dei Presidenti della Repubblica e del Consiglio, così come in occasione della Commissione Economica Mista tenuta a Verona nell’aprile scorso alla presenza del Vice Presidente e Ministro Tajani e del Ministro del Commercio cinese Wang Wentao, è emersa la comune volontà di favorire il rilancio di una collaborazione rafforzata tra Italia e Cina, anche nella fondamentale dimensione economico-commerciale. Si tratta di un comune sforzo che proseguiremo anche quest’anno, 55esimo anniversario delle relazioni bilaterali, attraverso ulteriori importati appuntamenti istituzionali in Italia e in Cina. In parallelo, a fronte delle opportunità e complessità del contesto cinese rimane fondamentale per le imprese adottare un approccio strategico, dotandosi di risorse e competenze adeguate per continuare a posizionarsi su questo mercato in aree di vantaggio comparato. (Serena Sartini)