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Italia guarda all’Asia, Tajani: India partner prioritario contro dazi

Nuova Delhi, 11 apr. (askanews) – In un momento di grandi “sfide” legate ai dazi americani e alle politiche commerciali di Donald Trump, “l’India e tutta l’Asia sono partner prioritari” per la piena attuazione del Piano d’azione per l’export messo a punto dal governo italiano. Se infatti l’Italia considera “il dialogo” con gli Stati Uniti come “la strada migliore da percorrere” perché “le guerre commerciali non aiutano nessuno e danneggiano tutti”, la situazione attuale fornisce “opportunità di crescita in mercati chiave e ad alto potenziale”. Così, proprio con l’obiettivo di esplorare nuovi mercati, trovare nuovi spazi per i prodotti del Made in Italy, valorizzare l’eccellenza artigianale italiana e l’innovazione tecnologica, il ministro degli Esteri Antonio Tajani è arrivato a Nuova Delhi per una visita ricca di incontri istituzionali e appuntamenti economici e culturali. Una prima tappa di un viaggio che da domenica lo porterà anche in Giappone, altro Paese individuato fra i mercati extra-UE da sviluppare del “Piano d’azione per l’export italiano”. A Osaka il ministro parteciperà all’inaugurazione del Padiglione Italia per Expo 2025.

Il capo della diplomazia di Roma considera “positiva” la decisione di Trump di ridurre al 10% per 90 giorni i dazi pesantemente imposti nei giorni scorsi. Una decisione, a suo parere, che “va nella direzione da sempre auspicata” dal nostro Paese, ovvero “quella del dialogo tra l’Europa e gli Stati Uniti”. E in questo quadro si inserisce anche la prossima visita della presidente del Consiglio Giorgia Meloni negli Stati Uniti che, secondo Tajani, rappresenta “un contributo per ridurre la tensione, favorire un dialogo consistente e arrivare a un accordo tra Unione europea e Usa che possa impedire una guerra commerciale”.

Nel frattempo, però, pur “non lasciando” il mercato americano, bisogna guardare anche altrove. Così la “solida amicizia” e il “partenariato economico” tra Italia e India risultano oggi “ancora più importanti”, mentre si affrontano “le conseguenze globali dei cambiamenti nella politica commerciale americana”, ha spiegato il ministro durante il suo intervento al Forum imprenditoriale Scientifico e Tecnologico Italia-India a Nuova Delhi. Evento a cui ha preso parte anche la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, che con il Ministro della Scienza e della Tecnologia della Repubblica dell’India, Jitendra Singh, ha firmato un Memorandum of Understanding per rafforzare la cooperazione bilaterale nel campo della ricerca scientifica e tecnologica tra i due Paesi.

L’India rappresenta d’altra parte una delle economie emergenti più dinamiche e strategiche a livello globale. Con circa 800 aziende italiane già presenti sul territorio, un fatturato complessivo di 11,5 miliardi di euro e oltre 16.500 lavoratori impiegati, il potenziale per una crescita degli investimenti reciproci resta ampio e ancora largamente inespresso. L’interscambio bilaterale ha raggiunto i 14,24 miliardi di euro nel 2024, ma l’Italia presenta ancora un deficit commerciale di circa 3,8 miliardi, segno di un margine di miglioramento significativo. Secondo le stime del Centro Studi Confindustria, il potenziale inespresso dell’export italiano verso l’India ammonta a oltre 3,3 miliardi di euro, concentrato soprattutto in macchinari, chimica, metallurgia e apparecchiature elettriche.

Dunque, Italia e India “sono partner economici naturali”, ha commentato Tajani, che oggi ha incontrato i ministri indiani del Commercio e degli Esteri, Shri Piyush Goyal e Subrahmanyam Jaishankar, e ha inaugurato la nuova sede di Simest nella capitale indiana (dopo avere svelato presso l’Istituto italiano di cultura la tela del Caravaggio “Maddalena in estasi”). Un appuntamento che rientra nell’impegno del governo a “supportare al meglio” le aziende italiane, ha ricordato il ministro, che ha auspicato la firma in tempi rapidi dell’accordo di libero scambio fra India e Ue. Un auspicio espresso anche da Barbara Cimmino, vice presidente per l’Export e l’Attrazione degli Investimenti di Confindustria, presente a Delhi. L’accordo, infatti, creerebbe un mercato da “oltre 2 miliardi di consumatori, pari a più del 20% del PIL globale”, e “potrebbe generare benefici concreti in termini di crescita economica, investimenti, occupazione”, ha precisato.

Insomma, tra Italia e India tanto è stato già fatto, ma molto si può ancora realizzare. La firma, lo scorso anno, da parte del primo ministro Narendra Modi e della presidente del Consiglio Giorgia Meloni del Piano d’Azione Strategico tra i nostri due Paesi ha già “aperto un percorso condiviso di cooperazione per rafforzare il nostro partenariato per la crescita”. Ma “voglio fare di più”, ha confermato Tajani, indicando in particolare nella “Via del Cotone”, il Corridoio Economico India-Medio Oriente-Europa (IMEC), “un’opportunità strategica per la crescita e il commercio”. “Vogliamo rafforzarlo per sostenere esportazioni e investimenti”, ha detto, confermando la nomina a Inviato Speciale per la Via del Cotone dell’ambasciatore Francesco Talò. “Sarà lui a guidare il ruolo dell’Italia in questo importante progetto”, ha precisato, annunciando anche che sarà presto organizzato a Trieste un incontro tra i Paesi interessati al progetto.

Grande apertura alla cooperazione, d’altra parte, è stata assicurata dalla controparte indiana. Italia e India hanno “un potenziale incredibile per crescere insieme”, ha detto il ministro Goyal. “L’India è un mercato chiave per le vostre imprese” e “offriamo un’opportunità per tutti per un futuro prospero di business”, ha commentato, incoraggiando l’Italia a “investimenti reciproci, senza barriere”. “E’ rassicurante vedere il livello di relazioni tra Italia e India”, ha aggiunto Goyal, spiegando che “la Via del cotone fornisce l’opportunità per essere più vicini gli uni agli altri”. E’ “un’iniziativa storica” che “creerà davvero un nuovo accesso globale per le economie”, ha commentato da parte sua il ministro degli Esteri Jaishankar, che in riferimento al progetto ha evidenziato l'”interesse” del suo Paese per l’area del Mediterraneo. “Oggi ha perfettamente senso collegare le due parti, con l’Italia che partendo dal Mediterraneo guarda verso est e l’India viceversa”, ha detto, concludendo: “L’Italia occupa un posto di rilievo in molti settori. C’è una naturale complementarietà, che si tratti di energia, trasporti o di trasformazione alimentare”. (di Corrado Accaputo)