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La Cina guarda con attenzione frattura Usa-Europa su Ucraina

Roma, 17 feb. (askanews) – A Pechino guardano con molta attenzione le divisioni che si stanno manifestando tra Europa e Stati uniti in merito al percorso per un cessate-il-fuoco in Ucraina, dopo la Conferenza sulla sicurezza di Monaco, dove Washington ha fatto capire chiaramente che intende procedere unilateralmente in trattative con Mosca e Kiev per porre termine al conflitto.

Oggi è arrivato un ulteriore segnale di attenzione dalla Cina. Il portavoce del ministero degli Esteri Guo Jiakun ha ricordato che quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario dell’instaurazione di relazioni diplomatiche tra Cina ed Europa, in un momento di grande cambiamento del contesto internazionale. “Attualmente, con l’ascesa dell’unilateralismo e del protezionismo e con fattori incerti e instabili che si intrecciano, la comunità internazionale desidera la pace e la stabilità più che mai, attende una relazione sino-europea sana e stabile più che in passato e spera, più che mai, che la cooperazione tra Cina ed Europa diventi una forza costruttiva nel trasformare il mondo”, ha detto Guo.

La dichiarazione viene dopo una serie d’interventi molto precisi del ministro degli Esteri Wang Yi, che ha partecipato alla Conferenza di Monaco e ha visitato Irlanda e Gran Bretagna. Il capo della diplomazia cinese, rispetto al pericolo che gli Usa procedano da soli sulla questione ucraina, ha espresso l’opinione che la soluzione della questione ucraina non può prescindere da una partecipazione dell’Europa. “La crisi ucraina si svolge in territorio europeo e l’Europa dovrebbe svolgere un ruolo importante nell’affrontare le cause della crisi”, ha detto Wang.

Anche sulla stampa cinese sono apparse analisi approfondite sulla frattura che si è venuta a determinare tra i partner europei e gli Usa rispetto alla questione ucraina. Cui Hongjian, dell’Istituto di studi avanzati in governo regionale e globale dell’Università di Lingue Straniere di Pechino, in un’intervista a ThePaper, una testata ufficiale cinese, ha osservato che durante la Conferenza di Monaco di quest’anno sono emerse in maniera esaustiva le “contraddizioni” tra Stati uniti ed Europa. “Anche qualora gli Stati uniti presentassero una cosiddetta ‘proposta’, agli occhi degli europei non sarebbe affatto accettabile”, ha affermato.

Cui, in particolare, non vede un’azione decisiva da parte americana. “Gli obiettivi degli Stati uniti sono molto semplici: primo, fermare il conflitto, idealmente attraverso negoziati; secondo, che il processo di soluzione politica sia guidato dagli Stati uniti; terzo, che in questo processo gli Stati uniti non subiscano perdite, ma ottengano quantificabili benefici, inclusi risorse ucraine e un maggiore impegno di responsabilità da parte dell’Europa”. Tuttavia, continua, “in termini concreti, c’è un notevole divario tra gli obiettivi statunitensi e la realtà: gli Stati uniti evitano deliberatamente di affrontare le radici del conflitto tra Russia e Ucraina; per loro il cessate il fuoco non è una questione di principi, ma semplicemente una transazione, senza considerare gli interessi dell’Europa e dell’Ucraina”.

L’osservatore cinese, in questo senso, ha spiegato di aver avuto l’impressione che, durante la Conferenza di Monaco, i padroni di casa europei avessero “invitato” i partner a un banchetto, ma che gli Usa – in particolare il vicepresidente JD Vance – abbiano “cambiato il menù”. Per come ha visto lui i preparativi, “il tema principale dell’organizzazione di quest’anno doveva essere la situazione globale di sicurezza e il problema della ‘multipolarità’, per poi focalizzarsi sull’Ucraina e, da lì, estendere il discorso alla sicurezza in Europa e nel mondo”. Invece, “le conversazioni tra i leader Usa e russi, le dichiarazioni di alcuni alti funzionari statunitensi, e soprattutto il discorso di Vance, hanno completamente scombussolato l’agenda”. Quindi, la conferenza “si è trasformata in un palcoscenico su cui le divergenze politiche tra Europa e Stati uniti hanno preso il sopravvento, oscurando gli argomenti di sicurezza e di politica che il convegno doveva affrontare”.