Sono stati giorni di fuoco per Magdalena Andersson, che nulla lasciavano prevedere e forse difficilmente comprensibili per chi non è familiare con le leggi e le norme svedesi.
Tutto è cominciato con le dimissioni del primo ministro Stefan Löfven dalla carica di leader del partito socialdemocratico ad un anno dalle prossime elezioni politiche. Nel corso delle elezioni interne del partito per scegliere un nuovo segretario, è stato proposto il solo nome di Magdalena Andersson, Ministro delle Finanze, e tutto il partito all’unanimità ha sostenuto il suo nome con la consapevolezza che con ogni probabilità sarebbe stata eletta primo ministro come rappresentante del maggior partito.
La prima donna premier in Svezia! Può sembrare curioso infatti che mentre tutti i paesi scandinavi, per non parlare della Germania, dell’India, di Israele, del Pakistan e di tanti altri stati, hanno avuto una donna primo ministro, la Svezia, sempre considerata come il paese più avanzato nel mondo per quanto riguarda l’emancipazione femminile, non l’ha mai avuto. E questo sarebbe avvenuto proprio nell’anno in cui si celebrava il centesimo anniversario del voto accordato alle donne in Svezia.
Löfven quindi, come previsto, ha rassegnato il 10 novembre le dimissioni da primo ministro, e il presidente del Parlamento, il talman, che in Svezia ha il compito di conferire l’incarico per nominare un nuovo governo, ha dato proprio a Magdalena Andersson l’incarico di provare a proporre una coalizione governativa.
Ed a questo punto sono cominciati i guai: al governo c’erano i Socialdemocratici e il piccolo partito dei Verdi, con appoggio esterno del partito della Sinistra e del partito di Centro. Quest’ultimo aveva però posto nella crisi di governo precedente condizioni durissime per dare il suo sostegno, tra cui che non vi fosse nessun dialogo con il partito della Sinistra. Anzi il partito di Centro aveva spesso dichiarato che grazie alle condizioni poste per dare il suo appoggio, si doveva avere un governo socialdemocratico con una politica “borghese” (il nome che si dà in Svezia ai partiti non socialisti).
Era avvenuto un cambio di segretario anche nel partito della Sinistra, ed era stata eletta una giovane donna, Nooshi Dadgostar, molto più bellicosa del suo predecessore, che dichiarava che non avrebbe più accettato che il suo partito fosse lo zerbino dei Socialdemocratici e che si desse per sicuro il suo sostegno ma solo pur di non avere un governo ”borghese”..
Qui Magdalena Andersson ha dato prova della sua grande abilità diplomatica, calma e capacità di manovra. Come contentare l’uno senza irritare l’altro. Ci è riuscita, si è assicurata i voti sia del Centro che della Sinistra, alcuni parti del centro si sono astenuti, quelli più di destra hanno votato contro ma finalmente…con un solo voto di vantaggio è stata eletta il 24 novembre primo ministro. La prima donna premier in Svezia. Gli applausi sono stati fortissimi, e si è vista addirittura una lacrima sulla guancia di questa donna abitualmente calma e capacissima di controllare le sue emozioni, ma consapevole del significato simbolico di quanto era appena successo.
Però nel pomeriggio dello stesso giorno c’era da superare l’ultimo ostacolo: l’approvazione del bilancio del governo. Il partito di Centro fino a poche ore prima del voto non aveva detto se avrebbe votato il bilancio del governo o quella presentato dall’opposizione ma, all’ultimo momento (e chissà se a sorpresa anche per Magdalena Andersson) si è astenuto ed è passato quindi il bilancio dell’opposizione. Quindi il governo, secondo le regole in forza in Svezia, avrebbe dovuto agire non con il proprio piano finanziario ma con quello dell’opposizione. Non impossibile, anche se difficile, infatti molte misure erano comuni ai due bilanci, ma nel bilancio approvato c’erano misure assolutamente inaccettabili per il partito dei Verdi, per esempio la riduzione del prezzo della benzina. Quindi i Verdi annunciarono che sarebbero usciti dalla coalizione governativa. E Magdalena Andersson, dopo sette ore, dovette rinunciare alla carica di primo ministro. Per poi chiedere al talman, l’incarico di formare un governo monocolore socialdemocratico minoritario che avrebbe cercato appoggio ora a destra ora a sinistra. Nessuna delle due coalizioni aveva la maggioranza, quindi era la sola soluzione possibile per il talman per non indire elezioni anticipate. E quindi di nuovo Magdalena Andersson è stata proclamata il 30 novembre Presidente del Consiglio anche se non con la maggioranza in parlamento, ma con il sostegno del solo partito socialdemocratico e l’astensione dei partiti della vecchia coalizione.
Ma chi è Magdalena Andersson?
E`una persona molto stimata sia nel suo partito che dall’opposizione; tutti riconoscono sia la sua competenza e preparazione con diversi masters in economia che la sua esperienza.
Politicamente si dice che non fosse vicina alla corrente più di sinistra del suo partito. Bisogna anche dire che ha un aspetto simpatico e giovanile, che si esprime con chiarezza e non perde mai le staffe. E soprattutto, conosce bene le tecniche moderne della comunicazione, l’importanza di saper esprimersi chiaramente, di saper parlare in pubblico, di avere la battuta pronta. Questo si è visto quando ha presentato il nuovo governo, facendo un rimpasto rilevante, con otto nuovi ministri e uno dei criteri importanti di scelta è stato senza dubbio la loro capacità di comunicare, la loro esperienza nei contatti con i media.
Un governo che dovrà lavorare per amministrare il paese nei nove mesi che lo separano dalle elezioni. Ci riuscirà? Certo l’aspettano tempi difficili, e lo ha fatto notare durante il momento delle foto del nuovo esecutivo, quando ha detto sorridendo ai fotografi: “fate tante foto ora, perché non vedrete più i ministri cosí riposati…dovranno tutti lavorare sodo…”.
Antonella Dolci
Av Frankie Fouganthin – Eget arbete, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=113029809