Lo scorso 28 maggio si è tenuta la riunione annuale della FAIS-IR, Federazione delle Associazioni Italiane in Svezia. Dopo ben due anni di riunioni telematiche, finalmente, ci si è potuti ritrovare di persona.
La situazione in cui riversa l’associazionismo, sia in Svezia che nel mondo, non è delle più rosee. Infatti, già in crisi prima della pandemia, quest’ultima ha dato una bella “mazzata”.
Purtroppo durante questi anni, alcune delle associazioni federate, si sono viste in condizioni di non poter più andare avanti e, di conseguenza, costrette a chiudere. Le restanti hanno trovato la forza di resistere, e ora che quest’emergenza sembra rientrata, o quantomeno molto ridimensionata, stanno finalmente tornando alla vita normale di associazione.
Oltre a quanto detto prima, ci si mette anche lo spettro di un cambio di rotta, per quel che riguarda le meccaniche dei contributi statali svedesi per le associazioni etniche.
Tornando alla riunione della FAIS-IR, le associazioni che hanno partecipato all’incontro provenivano da diverse città e regioni svedesi, tutte quante con la voglia di ricominciare e di impegnarsi nel mondo dell’associazionismo italiano. È bello vedere come dopo anni così bui, la voglia di ricominciare, anzi di riprendere da dove ci si era fermati, sia ben nitida tra quelle che sono le volontà di queste realtà.
Durante la riunione annuale, come ogni anno, sono stati eletti nuovi membri dell’organico, ai quali il sottoscritto fa i migliori auguri per un fruttuoso anno.
Tra gli ospiti dell’evento c’erano i rappresentanti di SIOS e ADB e della FILEF.
Il SIOS è l’ente di cooperazione tra organizzazioni etniche in Svezia, al suo interno sono presenti molte federazioni, come la FAIS, di diverse minoranze.
Insieme al SIOS era presente anche ADB, l’antidiskrimineringsbyrå, ossia ufficio contro la discriminazione, ricordando la possibilità di prendere contatti con loro qualora si abbia la sensazione di essere discriminati.
Dopo il SIOS e ADB, c´è stata la FILEF, Federazione Italiana Lavoratori Emigrati e Famiglie, una organizzazione, appunto italiana, nata nel dopoguerra e atta a rappresentare l’emigrazione italiana nel mondo. Al loro interno hanno più di 300 associazioni, in diversi paesi nel mondo tra cui anche la Svezia.
Anche il presidente del Comites era presente alla riunione e ha preso parola per spiegare il ruolo di quest’ultimo e presentarsi alle associazioni presenti.
Parlando di ripresa alla normalità, l’associazione, Varför inte, facente parte della Federazione, ha presentato il suo spettacolo teatrale, Fools, di cui potrete leggere meglio nell’articolo ad esso dedicato, di qualche settimana fa.
Insomma, dopo un periodo funesto, questa prima riunione annuale fisica è stata un buon punto su dove continuare ad andare per riprenderci ciò che il Covid ci ha tolto.
Valerio De Paolis
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