Anche in Svezia si vede lo stesso fenomeno di altri paesi europei e cioè l’aumento delle simpatie per l’estrema destra.
Il partito di estrema destra degli Sverigedemokraterna (Democratici di Svezia ) provocò scandalo quando entro per la prima volta, anche se con un gruppo molto ridotto, in Parlamento due elezioni fa. Furono tenuti a distanza da tutti i partiti; molti dei loro portavoce avevano collegamenti con il precedente gruppo di estrema destra Bevara Sverige svenskt (Mantieni la Svezia svedese) e con il neonazismo internazionale, avevano basi ideologiche razziste, antisemitiche, islamofobe ed il nemico principale e la causa di tutti mali erano gli immigrati.
A poco a poco la simpatia per loro è andata aumentando ed hanno ora, nelle indagini di opinione in vista delle prossime elezioni nel 2022, circa il 20% dei voti, diventando cosí il terzo partito, dopo i Socialdemocratici e il partito di centro destra dei Moderati. Nel frattempo hanno smussato gli angoli del loro messaggio politico per essere più accettabili nei salotti buoni, hanno scartato i rappresentanti più aggressivi, i toni antisemitici e razzisti e cambiato il loro linguaggio: non parlano più tanto di immigrazione quanto di integrazione fallita e suggeriscono quindi di non accogliere più nessuno ma di aiutare invece gli esseri umani in fuga laddove si trovano (anche se chiedono allo stesso tempo una forte riduzione del bilancio per gli aiuti internazionali). Chiedono mano dura contro la criminalità organizzata e puntano invece sullo sviluppo del welfare, pensioni, sanità ecc., insinuando che i costi dell’integrazione fallita sono stati fatti a spese della popolazione svedese. Pescano voti in maggioranza tra gli uomini, tra i lavoratori e nelle periferie.
L’elemento inquietante è lo sdoganamento di alcuni dei loro argomenti che si possono ritrovare nei programmi di alcuni partiti di centro destra e addirittura a volta anche di centro sinistra che sperano cosí di recuperare i loro elettori tradizionali.
In questi giorni è stato marcato un passo avanti epocale in questo senso quando il principale partito di centro-destra, i Moderati, (circa il 20% degli elettori) ha presentato una lista di 20 richieste per fermare la criminalità organizzata in comune con altri due partiti minori di centro destra (Liberali e Cristianodemocratici) e con, per la prima volta, i Democratici di Svezia. Preanunciando forse cosí, una prossima alleanza elettorale.
Ma se Atene piange, Sparta non ride
In Italia la situazione politica e sociale si è aggravata violentemente negli ultimi giorni. Intanto i risultati delle amministrative in alcune città e regioni hanno rivelato, anche se tutti i partiti, come è usanza, si dichiarano vincitori, che il vero vincitore è stato il partito degli assenti. Una partecipazione, in molte sedi elettorali, di poco più del 50% è un elemento gravissimo, rivela sfiducia nelle istituzioni, nei modi democratici di far sentire la propria voce
E questo 50%, di persone che non credono di poter influire, che sentono di non contare nulla, che sono un popolo di precari, di contrattisti a ore, di studenti con titoli inutilizzabili, di disoccupati senza speranze, sono probabilmente gli stessi che in questi giorni hanno manifestato contro l’obbligo del Green Pass che vedono non come una misura sanitaria tra le altre ma come un’inaccettabile imposizione dittatoriale che complica ulteriormente la loro vita.
E da questo malessere, da questa disperazione è nato il Capitol Hill italiano, un assalto di duemila facinorosi, che hanno potuto attraversare la città indisturbati, guidati da due dirigenti dell’organizzazione neofascista Forza nuova, fino alla sede della maggiore organizzazione sindacale italiana, la CGIL, nel miglior stile delle squadracce del Ventennio; un affronto gravissimo a uno dei pilastri della nostra democrazia e della nostra Costituzione che precisa che “L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro!”.
La reazione di condanna è stata fortissima, da parte delle altre organizzazioni sindacali, dei partiti, della società civile e dei cittadini e per il 16 ottobre è prevista una grande manifestazione di protesta.
Un assalto di stile fascista, non c’è alcun dubbio, e la storia e l’identikit degli organizzatori lo insegnano.
Tuttavia, e per fortuna, va ricordato, non erano tutti fascisti quelli che manifestavano contro la Green Card: il diritto di dissentire è proclamato nella nostra Costituzione, se avviene in forme democratiche e non violente. Ma è una vecchia strategia del fascismo e di tutti i totalitarismi quella di soffiare sulle contraddizioni e sul malessere sociale per usarle a proprio uso e beneficio.
Noi speriamo che la reazione di sdegno davanti a questo scandaloso episodio serva a far riflettere e ad unire le forze sane della nazione, in un’azione comune, malgrado tutte le differenze e le tensioni che possano esistere, in difesa della democrazia e della nostra Costituzione.
Antonella Dolci
Presidente Circolo ANPI
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