Nel corso del mio recente viaggio al Nord della Svezia sono arrivato ad una località oltre il circolo polare, chiamata Jokkfall dove c’é una bella cascatella e degli ottimi piatti di salmone selvatico. Aria buona, luce del nord, acqua fresca e salmone sono un bel connubio.
Ma la cosa che mi ha colpito di più è stata la laxtrappa. La scala per i salmoni. Era la prima volta che vedevo una cosa del genere e, confesso la mia ignoranza, mi ha sorpreso. In realtà non mi ero mai posto la domanda come facessero salmoni e pesci simili nel loro viaggio verso il luogo di riproduzione a superare ostacoli naturali o artificiali come le cascate o le chiuse.
Ma nell’ottocento la domanda se la fecero in Inghilterra. Come conciliare la necessità di tenere in funzione le chiuse in continuità e nello stesso tempo permettere ai pesci di risalire? La soluzione fu la realizzazione di un passaggio sempre aperto per i pesci.
E da quel momento si svilupparono varie tecniche per aiutare i pesci nel loro percorso fino ad arrivare alla creazione di passaggi monitorati che valutano gli effetti dello spostamento della fauna ittica con sistemi elettronici e, perfino, per alti dislivelli, al posizionamento di costosi “ascensori per pesci”
A Jokkfall ho visto proprio uno dei passaggi monitorati elettronicamente.
Nelle foto si possono vedere il dislivello da superare, l’opera realizzata e lo schema che spiega la scala dei pesci.
Probabilmente molti conoscono già la “scala dei pesci”. E per loro questa non è una novità. Ma ripeto che per me è stata una sorpresa.
Solo mi ha lasciato un po’ irritato con me stesso il fatto che non avessi mai messo a fuoco il problema pur conoscendo il ciclo riproduttivo di quel tipo di pesci ed il loro lungo viaggio per riprodursi. Mi ero fermato alla visione dei documentari dove si vedono orsi che afferrano pesci che saltano per risalire i fiumi. Un po’ poco
Massimo Apolloni
Foto di Cock-Robin da Pixabay