Il Tempo delle Mele è sempre stato per me un film, un bel film francese di amori adolescenziali con una splendida giovanissima Sophie Marceau.

Arrivando in Svezia ho scoperto che il tempo delle mele è qui qualcos’altro.

La prima delusione me lo ha dato il titolo del film. Avevo già il sospetto che le mele non c’entrassero molto e qui, vedendo la versione in lingua originale, ho scoperto il titolo francese, Le Boum, e quello inglese, Reality. Niente mele.

Ma cosa è in Svezia il tempo delle mele? È, come natura comanda, il tempo della raccolta delle mele che si svolge intorno a settembre. Un tempo da incubo per chi ha alberi di mele più o meno maestosi come me e tanti altri che li hanno sia nei giardini di casa che in quelli delle casette di campagna.

Se non si raccolgono dai rami, le mele cadono quando sono mature e purtroppo non maturano tutte allo stesso tempo. E molte si rovinano nel cadere. E cadono pure in testa se uno è sotto l’albero. Occorre fare una cernita veloce per mettere da parte quelle buone. Se sono poche, il lavoro è limitato, ma se sono tante, come è la produzione di quest’anno, il lavoro è giornaliero e massacrante.

Nella mia foto potete vedere il mio albero di mele con i fiori a maggio. Splendido! Ma poi i fiori diventano frutta come si vede nella seconda foto. Ogni giorno bisogna raccogliere quelle mature e mettere da parte quella cattive per portarle alla Återvinningscentral dove in autunno istallano uno speciale container per la frutta rovinata.

Ingenuamente all’inizio pensavo di regalarle a parenti, amici e vicini. Ma tutti hanno piante di mele e nessuno le vuole anzi bisogna essere fermi per rimandare indietro i vicini con le loro mele che, secondo loro, sono buonissime. Ho provato anche il baratto. Ti do le mele e tu mi dai le prugne. Ma anche questo non funziona. Un vicino mi ha proposto di regalarmi le prugne ed io ho proposto di dargli in cambio le mie mele, ma mi ha fatto vedere il suo albero di mele stracarico e non ha fatto commenti. Ho capito e non ho avuto il coraggio d’insistere.

Ed allora si mangiano mele ogni giorno crude o cotte, si fanno torte di mele, ma non basta. Ce ne sono troppe. L’unica soluzione è il succo di mele. Ci si carica di chili e chili di mele, si va alla Musteri, si lasciano là e si riprende il succo dopo un paio di giorni sperando che venga dalle proprie mele e non da quelle di altri. Quest’anno ho stimato di ricavare un centinaio di litri di äppelmust che per fortuna a noi piace.

Si potrebbe anche fare del sidro, ma è un pò complicata la sua produzione, almeno per me. Meglio comprarlo.

Dopo questa chiacchierata e al ritorno dalla Musteri è tempo di rivedere il film Le Boum e, naturalmente, mangiare una bella mela matura o magari due sorseggiando, sadisticamente,  äppelmust.

Però ho cancellato un fine settimana a Kivic quando ho scoperto che il 90 % delle mele svedesi sono raccolte là. Dicono che sono ottime a causa della posizione geografica e della stagionalità. Ma per ora mi bastano le mie! Ne riparleremo in primavera per la visita ad Österlen.

Massimo Apolloni
Foto creata con il supporto di chatGPT