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Mps: domani assemblea su aumento Ops Mediobanca, primo esame per risiko

Siena, 16 apr. (askanews) – Il conto alla rovescia è quasi finito. L’appuntamento è per domattina alle 10 a Siena nella sede di Mps di viale Mazzini quando (in presenza) si riuniranno i soci della banca per votare l’aumento di capitale a servizio dell’Ops su Mediobanca. Importante tassello del risiko bancario in atto che potrà ridisegnare l’intero sistema finanziario del nostro Paese, anche (e soprattutto) per la partecipazione che Piazzetta Cuccia detiene in Generali.

Dopo che ieri Banco Bpm, con il suo 5%, e Anima, con il suo 4%, hanno fatto sapere che si esprimeranno a favore dell’aumento, è diventato sempre più numeroso il fronte dei favorevoli, pari a oltre il 50% del capitale. Una solida maggioranza che dovrebbe essere sufficiente a garantire i due terzi dei presenti, necessari per l’approvazione in sede straordinaria. Determinante sarà l’affluenza che, al momento, si ipotizza attorno al 70-75%. A dare l’appoggio all’aumento ci sono i soci pesanti di Mps: la Delfin della famiglia Del Vecchio (9,7%) e il gruppo Caltagirone che, secondo indiscrezioni, è salito oltre il 9% nel capitale della banca senese. Scontato anche il sì del Mef (11,7%). Oltre a questi, hanno espresso voto favorevole: il fondo sovrano norvegese Norges Bank, Pimco, il fondo di Davide Serra Algebris, Enpam, Enasarco ed alcune fondazioni bancarie. Il fronte dei fondi esteri non è compatto alla luce anche delle diverse vedute dei proxy advisor (Iss per il no, Glass Lewis per il sì). Hanno comunicato che voteranno contro: State Board of Administration Florida, Calvert, NNew York City Comptroller e Cpp Investment.

Una volta che avrà incassato l’ok all’aumento funzionale all’Ops, l’AD di Mps, Luigi Lovaglio, punta a chiudere la scalata su Mediobanca entro luglio. Solo una settimana fa, nonostante le turbolenze dei mercati, ha ribadito che il prezzo offerto è equo. L’offerta pubblica di scambio, annunciata a sorpresa all’alba del 24 gennaio, offre per ciascuna azione Mediobanca portata in adesione un corrispettivo pari a 2,3 azioni Mps di nuova emissione. Obiettivo dell’Ops, da subito considerata ostile e distruttiva di valore da parte di Piazzetta Cuccia, è quello di creare un nuovo campione bancario italiano attraverso l’unione di due tra i marchi più distintivi del mercato dei servizi finanziari: Mps per il retail e commercial banking e Mediobanca per il wealth management, corporate & investment banking e consumer finance. Un’operazione innovativa, aveva in passato sottolineato Lovaglio, “ma a volte bisogna pensare in grande, guardando al futuro, perchè chi rimane fermo non crea valore”.

L’operazione Mps-Mediobanca, se si concludesse con un successo, potrebbe essere prodromica a un’alleanza allargata anche a Banco Bpm, nel caso in cui l’Ops di UniCredit non andasse in porto. Un polo certamente visto di buon occhio dal governo.

Dopo l’assemblea di Siena, l’altro appuntamento clou sarà a Trieste il 24 aprile quando si riunirà l’assemblea di Generali chiamata a rinnovare il cda. Alla lista di maggioranza di Mediobanca, che ricandida il tandem Sironi-Donnet, si contrapporranno le liste del gruppo Caltagirone e dei fondi. Occhi puntati sul voto di UniCredit, titolare di oltre il 5% del capitale. Un investimento puramente finanziario, ha sempre assicurato il Ceo, Andrea Orcel, ma che sarà ago della bilancia nella partita del Leone.