Si potrebbe dire che la richiesta da parte della Svezia di far parte della NATO sia paragonabile ad un epopea burocratica e diplomatica ed è una cosa abbastanza simile alla realtà.
Come tutti sappiamo a seguito della situazione creatasi in Ucraina, all’inizio del 2022, la Svezia, insieme alla Finlandia, ha presentato domanda di far parte dell’alleanza atlantica.
Fin da subito ci sono stati problemi, le comunicazioni da parte della Russia, la condizione per cui, per entrare in NATO, tutti i membri siano d’accordo, la situazione problematica con la Turchia riguardante la loro politica contro la lotta al terrorismo insomma, per la Nazione con capitale Stoccolma, non è proprio una strada semplice.
Fino a qualche tempo fa l’unico intoppo rimasto era trovare un accordo con Erdogan, il presidente Turco. L’accordo c´è stato e la Svezia si era impegnata a rispettarlo in cambio del beneplacito alla sua entrata in NATO.
Qualche settimana fa, il Primo Ministro svedese Ulf Kristersson dichiarò di aver soddisfatto le richieste turche, ma che esse continuano ad aumentare, affermando che la Svezia ha fatto la sua parte dell’accordo e che non farà altro.[1]
Nel frattempo qualche giorno fa è successa una cosa che complica ancor più la situazione.
Sabato scorso Rasmus Paludan, capo del partito danese di estrema destra Stram Kurs, ha tenuto una manifestazione in cui oltre alle accuse agli immigrati, in special modo agli islamici, ha bruciato il Corano nei pressi dell’ambasciata turca. Rasmus Paludan già durante il periodo pasquale scorso fece lo stesso gesto, generando non pochi disordini. [2]
Questa volta però il gesto di Paludan ha generato delle conseguenze a livello geopolitico e non solo.
Tornando a parlare della richiesta di adesione alla NATO, l’atto di Paludan ha generato proteste in Turchia durante le quali sono state bruciate bandiere svedesi nei pressi dell’ambasciata svedese di Istanbul.[3]
La conseguenza peggiore però viene direttamente dalle parole di Erdogan, il quale afferma che a seguito di aver consentito a Paludan di tenere la manifestazione dove è poi avvenuto il rogo del Corano, la Svezia non avrà l’appoggio della Turchia nella sua richiesta di adesione al patto atlantico.[4]
A poco è servito l’intervento, via Twitter, di condanna al gesto di Paludan da parte del primo ministro Kristersson, che ricorda che nonostante in Svezia ci sia la libertà di espressione, e che certe cose siano legali, non tutto ciò che è legale è appropriato. Continua scrivendo che il gesto di bruciare un libro considerato sacro è irrispettoso. Il Primo Ministro esprime anche la sua solidarietà a chi si è sentito offeso dal gesto di Paludan.[5]
Una delle costanti riguardanti l’adesione svedese alla NATO era la volontà della Finlandia di non entrare se non fosse stata accettata anche la Svezia. Dopo le affermazioni di Erdogan la Finlandia si apre ad uno scenario in cui sarà solo lei ad entrare nell’Alleanza.
Il rogo del Corano ha scosso non solo la politica estera svedese ma anche quella interna.
Jimmie Åkesson, leader del partito svedese Sverige Demokraterna (SD), che già qualche giorno prima si era espresso riguardo Erdogan come “dittatore islamico”[6], è molto critico sul comportamento del Primo Ministro nei confronti con la Turchia e, dopo il messaggio su twitter dove Kristersson esprime la sua vicinanza a tutti gli islamici offesi dal gesto di Paludan, scrive su facebook che “…C’è un limite a come un governo dovrebbe esprimersi.” Scrive inoltre che parlerà della questione con il Primo ministro.[7]
Non resta che aspettare e vedere come la situazione si svilupperà nel prossimo futuro.
Uno qualunque
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[1] https://www.svt.se/nyheter/inrikes/ulf-kristersson-turkiet-vill-saker-som-vi-inte-kan-ge-dem
[2] https://www.hbl.fi/artikel/4abe9c1d-93ad-4ac5-b497-a8559132ab31
[3] https://www.expressen.se/nyheter/turkiska-demonstranter-eldar-svenska-flaggan/
[4] https://www.aftonbladet.se/nyheter/a/8J9bxG/erdogan-sverige-far-inget-stod-fran-turkiet
[5] https://sverigesradio.se/artikel/statsministern-twittrar-respektlost-branna-koranen
[6] https://www.svt.se/nyheter/inrikes/jimmie-akesson-om-erdogan-en-diktator
[7] https://www.dn.se/sverige/hard-sd-kritik-mot-kristerssons-uttalande-om-koranbranningen/