Dopo il freddo invernale e le piogge di inizio Primavera, ecco che bastano pochi raggi di sole per vederli spuntare fuori dal nulla in città. A Stoccolma li trovi sempre in prossimità delle fermate della metro o nelle piazze a fare concorrenza ai medicanti. Loro però non si siedono per terra ma si adagiano sui banchetti pieghevoli. Si espongono facilmente al sole, nonostante cerchino di ripararsi con i tendoni, e forse per questo motivo sono rossi in volto. Quando li vedi nudi, assieme ad altri esemplari simili, ammassati in un piccolo cestello di plastica ti scappa un sorriso sincero perché sai che è il segno ufficiale dell’inizio dell’estate svedese. Quei piccoli omini della terra portano una ventata di freschezza alle giornate assolate e ti aiutano a svernare dalla brutta stagione appena conclusa. Gli omini della terra esposti nei banchetti all’aria aperta comunicano un segno di libertà. Non li hai ancora mangiati ma già ne pregusti il sapore grazie al profumo inebriante. Sono una vera gioia per la vista e per il palato. Lunga vita agli omini della terra!
Se non si è ancora capito, gli omini della terra sono meglio conosciuti con il nome di jordgubbar in Svezia e con il nome fragole in Italia. Io le adoro e sono uno dei miei frutti preferiti perché… no, vero, mi sbaglio. Non sono un frutto dal punto di vista botanico in quanto i veri frutti della pianta sono gli acheni, i semini gialli sparsi sulla superficie. La parte rossa non è altro che il ricettacolo ingrossato del fiore. Per questo motivo spesso vengono chiamati frutti falsi. Io però preferisco chiamarli non-frutti perché così posso mangiarli per festeggiare i miei non-compleanni, 364 giorni all’anno.
Ad essere specifici, tra le fragole io preferisco quelle svedesi. Non per un nazionalismo acquisito del mio paese d’adozione ma perché sono più grosse e, a parer mio, più gustose. Al momento, in vendita sui banchetti all’uscita della metropolitana dove si accettano rigorosamente solo pagamenti in Swish senza scontrino fiscale, si trovano solo quelle belga o di altri paesi europei, ma con un po’ di pazienza arriveranno anche quelle “nostrane”.
E chissenefrega se i prezzi si sono gonfiati a dismisura negli ultimi anni e tocca aprire un mutuo o vendere un rene per acquistarne un cestello. Bisogna investire anche una parte del fegato se si pecca di gola aggiungendo anche mirtilli, more o lamponi dallo stesso rivenditore, soprattutto se poi si brinda con abbondante vino rosé. Godersi però la faccia felice di grandi e piccini quando si torna a casa con un paio di sacchetti di leccornie della natura non ha prezzo. Alla fine quindi le alternative sono molteplici per celebrare la stagione estiva: si possono mangiare le fragole così come sono distesi su un prato in compagnia di amici, condirle con zucchero e limone in una coppetta e divorarle sul balcone di casa o preparare una celestiale torta alle fragole di Midsommar da condividere con la famiglia. A voi la scelta… ma a me la forchetta.
Roberto Riva
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