Roma, 30 apr. (askanews) – Nel primo trimestre la domanda globale di oro è salita dell’1% su base annua e, a quota 1.206 tonnellate, ha raggiunto il valore più elevato da nove anni a questa parte. Lo riporta il Word Gold Council, secondo cui per trovare un livello analogo bisogna risalire al primo trimestre del 2016.
Poco meno di un quinto della domanda totale di oro, 244 tonnellate è arrivata dalle Banche centrali, con un rallentamento rispetto ai trimestri precedenti, ma ampiamente nella media rispetto ai passati tre anni.
Quello che è cresciuto, secondo il World Gold Council, è la domanda da parte di Etf (Exchange Traded Funds, fondi che replicano un determinato asset come può essere l’oro): è balzata del 170% su base annua a 552 tonnellate, segnando il valore più elevato dal primo trimestre del 2022.
La domanda per lingotti e monete d’oro è rimasta alta con 325 tonnellate, il 15% al di sopra della media degli ultimi cinque anni. Secondo il Wgc la Cina ha determinato molto di questi aumenti, con forti livelli di domanda da parte degli investitori al dettaglio.
L’impennata si è verificata mentre incombeva l’ipotesi che anche loro finisse sotto la tagliola dei nuovi dazi commerciali dell’amministrazione Trump. Successivamente, al momento tuttavia è stato deciso che il metallo giallo è esentato da queste misure, anche nel caso dei dazi reciproci che Washington ha mantenuto sulla Cina.
La domanda di oro per settori tecnologici è rimasta stabile 80 tonnellate. Infine, secondo la domanda di oro per gioielleria è crollata, al punto di ritrovarsi ai minimi dal 2020, quando era virtualmente finita in stallo a seguito di restrizioni e lockdown imposti dai governi a motivo del Covid. Questo in termini di volumi, perché in termini di prezzo le spese in oro per gioielleria risultano salite del 9% a 35 miliardi di dollari, sempre sul primo trimestre.
Nelle ultime settimane il prezzo spot dell’oro ha continuato a segnare massimi storici, lo scorso 23 aprile l’oncia ha brevemente superato quota 3.370 dollari. A metà giornata risulta in calo dell’1,30% a 3.287 dollari, ma rispetto a un anno fa il prezzo del tradizionale bene rifugio è aumentao di oltre il 35%.