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Pedagogista CPP: via grembiuli a scuola? La scelta non è dei bambini

Roma, 4 feb. (askanews) – Negli ultimi giorni, l’Istituto Comprensivo Rita Borsellino di Palermo è finito al centro dell’attenzione per una scelta educativa insolita: la dirigente scolastica ha indetto un referendum tra gli studenti per decidere se mantenere o meno l’uso del grembiule. La decisione è nata dal desiderio di alcune classi del quarto anno della scuola Primaria di abolirlo e dalla volontà di insegnare ai bambini i principi della democrazia. Tuttavia, questa iniziativa, apparentemente orientata a educare alla partecipazione, solleva diverse criticità pedagogiche che meritano di essere analizzate più a fondo.

“L’idea di educare alla democrazia è sicuramente valida, ma il rischio è quello di attribuire ai bambini una capacità di astrazione che non hanno ancora sviluppato. Nella scuola dell’infanzia e nella primaria, il pensiero dei bambini è ancora prevalentemente concreto e legato all’esperienza diretta. Concetti come uguaglianza e diversità, o l’idea stessa di una divisa scolastica come simbolo, sono troppo astratti per essere compresi nella loro complessità”, afferma Antonella Gorrino, pedagogista e formatrice CPP (Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti). “In questo caso, il referendum potrebbe trasformarsi più in una scelta basata su preferenze immediate (come “mi piace” o “non mi piace” il grembiule) piuttosto che su una riflessione consapevole sul significato di indossarlo o meno. Questo porta a un rischio pedagogico: si dà ai bambini l’illusione di scegliere in modo consapevole su un tema che in realtà non possono ancora elaborare fino in fondo”, ha aggiunto.

“Un approccio più equilibrato sarebbe stato quello di accompagnare il dibattito con un percorso educativo adeguato, magari aiutando i bambini a esplorare il significato delle divise nella società e il loro impatto, prima di chiedere loro di esprimere una preferenza. Qui non siamo solo di fronte a una scelta discutibile in termini di sviluppo cognitivo, ma anche a una dinamica che rivela una difficoltà degli adulti a gestire il conflitto. Il fatto che gli insegnanti non fossero d’accordo sull’uso del grembiule, così come riferito dalla stampa, ha portato a una sorta di deresponsabilizzazione: invece di affrontare e risolvere la questione tra adulti, si è scaricato il peso della decisione sui bambini” continua Gorrino “Questo è un chiaro esempio di abdicazione del ruolo educativo. Educare significa anche saper sostenere una distanza e una asimmetria di potere tra adulti e bambini. Quando gli adulti trasferiscono la responsabilità di una decisione ai bambini, stanno rinunciando a esercitare quella guida che è essenziale per il loro sviluppo. Invece di offrire una direzione chiara e un quadro educativo coerente, si creano situazioni in cui i bambini si trovano a gestire decisioni più grandi di loro, senza gli strumenti per farlo”.