É l’anno 1906! L’immigrazione di massa italiana in Svezia è iniziata. Essa comprende, artigiani, mosaicisti e stuccatori, venditori di palloncini e venditori di statue in gesso.
I primi italiani che vennero in Svezia per lavorare furono i molti costruttori che dal 1700 al 1800 costruirono e stuccarono e decorarono i palazzi secondo la scuola italiana. Ancora sono visibili i lavori di questi ultimi. La cosa più notevole è che questi italiani, un centinaio circa, hanno sentito il bisogno di unirsi ed organizzarsi per far fronte alle eventuali difficoltà che incontravano; a quei tempi non c’era assistenza per i disoccupati, assistenza medica e tanto meno sociale. In Italia venne costruita la prima “società di Mutuo Soccorso” già alla fine del 1800 e si basavano sulla solidarietà tra lavoratori.
In Svezia, Bellio prese l’iniziativa e venne fondata, la società Patria e Concordia, che contava un centinaio di membri a Stoccolma.
Dopo alcuni anni, difficoltà interne fecero si che si venne a creare una nuova associazione, la Vittorio Emanuele. Entrambe le associazioni vissero separate. Nel 1909 venne a formarsi la associazione Principe di Piemonte –Società di Mutuo Soccorso e Beneficenza– che all’inizio contava 130 membri. Questi membri erano i fondatori e i loro nomi si trovano nella prima pagina dell’Albo d’Oro. La nuova associazione ha come fondamento l’aiuto reciproco e il tempo libero, e formula le sue direttive secondo un metodo democratico. Come si evince dai verbali, tale associazione ha ricevuto le visite di illustri italiani come, Pirandello, Marconi e Deledda, in occasione delle loro visite in Svezia per il premio Nobel. È anche possibile leggere la decisione di inviare fiori, molti anni dopo il fatto, ad un avvocato che scagiono due immigrati italiani accusati ingiustamente di omicidio, riscattando il nome degli italiani in Svezia.
Nel periodo del secondo dopo guerra, l’associazione prende il nome di S.A.I. Società Assistenziale Italiana. In quel periodo i vennero nuovi immigrati italiani, si trattava di migliaia di metalmeccanici, che si spostarono in Svezia per sostenere le industrie svedesi, le quali ricevevano veramente tante commesse dall’Europa che iniziava a ricostruirsi dopo la guerra. Questi nuovi italiani sentivano, come i loro predecessori, il bisogno di aggregazione, così molti si iscrissero alla S.A.I. che contava qualche decina di iscritti a quel periodo. I nuovi membri portarono anche nuove idee che, a volte non andavano d’accordo con la vecchia guardia conservatrice. Nel 1957 ci fu una grande crescita del numero dei membri, favorendo così il ringiovanimento della associazione. La S.A.I. prese parte alle lotte per i diritti sociali e per la risistemazione del contratto sociale tra Italia e Svezia.
Fu da allora che la associazione prese i connotati per cui è famosa e, come primo passo verso questo cambiamento, si trasferì a Nacka poiché molti membri facevano parte della Atlas Copco. All’inizio si trattava di un piccolo locale per le riunioni. Tra le varie attivitá, la piú importante è la biblioteca, che è ancora il nostro orgoglio. L’associazione ora ha dei locali rinnovati, dove vengono fatte varie attivitá per i propri membri e per le proprie famiglie, ad esempio come corsi serali, cene, assistenza ai pensionati ecc.
Per tutto questo bisogna ringraziare i gli sforzi dei nostri membri, ma anche la Atlas Copco che ci ha fornito i locali. Il nostro ringraziamento va anche al comune di Nacka che si è mostrato sempre comprensivo nei nostri confronti. Apprezziamo molto anche le collaborazioni con ABF che ci permettono di fare i corsi. Apprezziamo anche le collaborazioni con le istituzioni italiane come l’Ambasciata e l’Istituto di cultura italiana, oltre che le altre associazioni italiane con la quale formiamo la Federazione Italiana delle Associazioni Italiane in Svezia, FAIS-IR, inizialmente chiamata Giunta delle Associazioni.
Attraverso gli anni la S.A.I. detiene un ruolo pioneristico nell’ambito dell’associazionismo e nel rappresentare la minoranza italiana in Svezia stringendo rapporti con le associazioni sorelle in Italia ed in Svezia.
Con gli ultimi periodi la S.A.I. ha preso una piega più sociale, in quanto molti dei suoi membri sono invecchiati ed altri sono, purtroppo, morti lasciando figli e nipoti. L’associazione offre loro un punto di incontro dove poter parlare italiano e passare insieme le giornate tra partite a biliardo e a carte.
Questa era una piccola panoramica della storia della più antica associazione italiana in Svezia.
Manlio Palocci
Traduzione
Valerio De Paolis