Bruno
Dopo aver cercato invano altro cibo, si era adagiato sul fianco in cerca di ristoro, proprio sotto il rifugio dove mi ero sistemato per studiare i suoi comportamenti. Era probabilmente l’ennesimo riposino della giornata nella sua tana. Non potevo muovermi e avrei dovuto aspettare il suo risveglio fino alle ore crepuscolari se non fosse che l’arrivo dei suoi cuccioli lo avevano distolto dalla pacchia in panciolle. Con i loro schiamazzi e giochi incontrollati i piccoli lo avevano reso nervoso. Lo sentivo diffondere ripetutamente profondi e prolungati brontolii (definiti “ruglio”) nel tentativo di controllare senza successo la vivacità della prole. Nonostante fossi ben al sicuro dai suoi possenti artigli, avevo cominciato ad allarmarmi, impaurito di non poter più andare via.
Come ci vedono
Niente di strano fin qui per chi, come me, è cresciuto a pane e kitsch. Lo sbalordimento sopraggiunge quando mi accorgo che i protagonisti di questo revival cantano in italiano.
Parassiti
In pochi minuti non solo il mio appartamento, ma anche tutto il palazzo è ricoperto da teloni a strisce alternate verdi e gialle come quelle dei film americani o – vista la mia reazione esagerata e alquanto ridicola – simili a quelle di un circo, non delle pulci ma ci andiamo vicino.
Viaggio di fantasia
Corro come un matto, sudo copiosamente e ho il fiatone. Credevo di essermi nascoso bene nella vegetazione invece mi ha fiutato lo stesso. Un gigantesco e spaventoso Tyrannosaurus Rex mi è alle calcagna. Mi volto per controllare a che distanza si trova e inciampo su un quarzo citrino che sporge dal terreno.
Freddino
Spostiamoci ora al 19 gennaio 2024 a Stoccolma, Svezia. Nelle ultime settimane le temperature sono oscillate tra i +1°C, quando andava bene e si osava mettere la testa fuori dalle coperte, e i -15°C, quando non restava che rimanere in cucina bevendo un tè caldo davanti alla finestra se si poteva lavorare da casa o pregare che il sangue non smettesse di circolare nelle vene se si doveva uscire in strada.
Rientro
Apro la valigia e comincio a togliere i vestiti. Constato subito di aver usato solo metà della roba che avevo portato. È un mio classico errore. Maledizione, se avessi fatto meglio i calcoli, al ritorno avrei avuto più spazio per portarmi dietro cibo e libri in italiano. Separo i vestiti sporchi da quelli puliti e mi preparo a lavatrici a ciclo continuo nella prossima settimana, canticchiando “The Never Ending Story”.
Innovazioni tradizionali
Inovazione: l’atto, l’opera di innovare, cioè di introdurre nuovi sistemi, nuovi ordinamenti, nuovi metodi.
Tradizione: trasmissione nel tempo, di generazione in generazione, di consuetudini, usi e costumi, modelli e norme.
Torture
Non lo fare, penso. Distolgo lo sguardo cercando di pensare ad altro, per distrarmi dal dolore che mi provoca solo osservando la scena. Lei lo fa lo stesso. La mia curiosità è stata troppo forte e ho comunque guardato.
In letargo
È arrivato quel periodo dell’anno. Quello che pochi aspettavano, che pochi vorrebbero, ma che ha la sua funzione. È il momento giusto per nascondersi, chiudersi in casa, sbarrare le finestre, battere i denti, stringersi alle persone care e accumulare le provviste per il lungo inverno che arriverà inesorabile. È arrivato il terribile novembre.
Spa
Non sto parlando di un biglietto per andare a vedere il Grand Prix del Belgio di Formula 1 e nemmeno la pazza idea di aprire una società per azioni. Mi riferisco, invece, a un centro benessere: bagni caldi, saune e relax. Un dono per il compleanno di mia moglie.