Spesso in queste pagine parlo della Svezia nelle sue accezioni positive, e ne ha molte, oggi per una volta voglio provare a fare il contrario. La Svezia ovviamente non è il paradiso in terra e di problemi ne ha anche lei, la perfezione non esiste. Fra tutte le cose su cui posso parlare con una impronta negativa, ho scelto, forse pavidamente, il clima invernale, quei bei scorci innevati e illuminati che si vedono nelle foto e nei video, spesso nascondono delle insidie.

Nell’immaginario collettivo della Svezia, anche in quello di paesi come l’Alaska, la Norvegia, il Canada ecc. si vedono sempre queste lande o cittadine graziosamente innevate, con persone che si godono il loro paradiso invernale da cartolina. Ecco una volta che la cartolina viene scattata, si torna alla realtà e la neve da che sembrava zucchero filato, compatto, candido, rassicurante e gioioso, diventa un grumo di colore indefinito che va dal grigio al marrone, rendendo tutto, passatemi il termine più “zozzo”, sotto questi cumuli grigi che a volte raggiungono anche il metro di altezza, si annida il risultato della neve ed i primi raggi solari, una poltiglia scivolosa semitrasparente che rende ogni passo un´esperienza sensoriale di dubbio gusto.

Neve su neve che cade su altra neve, questo accade spesso, ma sotto questa grande opera di copertura del signor inverno, si cela la sua vera faccia, il John Rambo dell’inverno, l’irriducibile, insquagliabile ghiaccio.

Il ghiaccio è la grande minaccia di tutti noi che abitiamo in questi luoghi, non importa quanti anni hai, non importa che tu cammini come un pinguino con il mal di schiena o come un robot dei cartoni animati giapponesi degli anni 70. Il ghiaccio è lì, ti aspetta. Lui sa che prima o poi il piede lo metti male, che quel tacchetto dei chiodi che hai comprato da infilare sopra le scarpe, si posizionerà in maniera da sbilanciare tutti gli altri, il ghiaccio lo sa che è questione di tempo che lui vincerà e tu cadrai.

Questo è quello che per la maggior parte dei giorni sembra l’inverno svedese, ma non è finito qui.

Durante la notte la neve riflette come un faro la luce dei lampioni e delle case sparando tutto sul cielo nuvoloso rendendo la notte luminosa che, se da un lato è una cosa ottima, visto le poche ore di luce solare che abbiamo in questo periodo, dall’altra la notte non sarà mai abbastanza buia per addormentarsi sereni, anche con le tende.

Ci sarebbe ancora molto da parlare dell’inverno svedese, ma per ora voglio arrivare diritto al punto. Lo sapete anche voi che ogni cosa ha un prezzo, una medaglia ha il suo rovescio e così via. L’inverno svedese, che seriamente fa molti danni alle persone soprattutto a livello psicologico, è, almeno io la considero così, una tassa da pagare, per la bella estate a cui poi arriviamo a metà anno.

Ovviamente questa è la visione di uno qualunque di noi, che in realtá adora la neve e le lunghe passeggiate su di essa quando il sole splende, soprattutto se in compagnia della famiglia e/o di amici. Per una volta però, complice lo scivolone sul manto ghiacciato, che ha accompagnato la mia mattinata, ho voluto fare qualcosa di diverso e togliermi qualche sassolino dalla scarpa, come quelli che vengono messi sulla strada per “impedire” di cadere, ed è inutile dire che quanto avete letto è tanto personale quanto opinabile.

Uno qualunque
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