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Usa, Trump: con i dazi ci riprendiamo quel che ci è stato rubato

Roma, 9 mar. (askanews) – Con i dazi commerciali “ci stiamo riprendendo parte di quello che ci è stato rubato per decenni”. E quando scadranno esenzioni e limitazioni “potrebbero salire, non penso che caleranno, penso che li aumenteremo. Il nostro Paese è stato rapinato per decenni e non ci rapinerà più nessuno”. Lo ha affermato il presidente Usa Donald Trump, che in una intervista a Fox News è tornato sul tema dei dazi commerciali che ha deciso. Come Usa “siamo tornati e siamo di nuovo rispettati. E sono state solo poche settimane”.

“Abbiamo avuto quasi sei settimane grandiose. E spero che possiamo continuare con questo ritmo molto rapido. Voglio un paese dinamico, in cui è l’impresa privata a trainare, non lo Stato. E voglio un apparato militare forte”, ha proseguito.

Le parziali marce indietro sui dazi per Canada e Messico sono state decise “perché siamo un grande Paese e voglio aiutare Messico e Canada, che fanno tanta attività con noi”. E le esenzioni per un mese a favore dei produttori auto Usa sono state decise perché “li voglio aiutare. Ma dal 2 aprile diventa un meccanismo reciproco: quello che ci metto di dazi noi lo mettiamo a loro. Ho ritenuto che per il bene dei produttori americani di auto sarebbe stata una cosa equa da fare – ha detto – quindi gli ho dato un po’ di tregua”.

Dopo questo mese di tregua o moderazione “i dazi potrebbero salire – ha avvertito Trump -. Per anni i globalisti hanno rapinato gli Usa. Quello che stiamo facendo è semplicemente riprenderci parte di questo. Gli Usa sono stati rapinati da ogni Paese nel mondo e ora ci riprenderemo molto di tutto questo. Non consentiremo più a nessuno di approfittarsi di noi”.

Trump non ha voluto sbilanciarsi a fare previsioni sull’economia. “Odio farlo”, ha detto. Ma ha riconosciuto che “ci sta un periodo di transizione, perché quello che stiamo facendo è molto massiccio. Ci vuole un po’ di tempo ma poi sarà fantastico per noi”. E sui pesanti cali di Wall Street, “la Borsa non è calata così tanto” e comunque “quello che devo fare è costruire un Paese forte. I cinesi hanno prospettive di 100 anni”, mentre finora negli Usa c’erano “prospettive di tre mesi” per le politiche. “Ora noi stiamo gettando fondamenta solidissime per il futuro”.

E poi ci sta l’opposizione dei democratici e del “gruppo Kamala, Biden, Obama. Se avessero vinto penso che non avremmo più un Paese. Ci sta un gruppo di persone, i democratici, che stanno lì seduti, arrabbiati e insolenti, indipendentemente da quello che faccio o quello che dico”.

E se continuano a spingere su temi che non interessano agli elettori “finiranno per diventare un partito piccolo, perché la gente non vuole più avere nulla a che fare con queste stupide idee sul transgenderismo ovunque, negli sport femminili. Ma stavano lottando accanitamente per queste cose”. E se è vero che “devi sempre cercare di capire dove stia il tuo opponente, che in affari o in politica”, in questo caso “è qualcosa che non capisco. Non lo capiamo”.

Così come “se guardi alle loro teorie sulle tasse. Per tutta la vita ho sentito politici che dicevano che ti avrebbero tagliato le tasse. E questi dicevano ‘alzeremo le tasse’: mai sentito prima – ha notato Trump -. Questi dicevo che avrebbero fatto il maggior aumento delle tasse della storia”.